25 aprile 2024
Aggiornato 16:30
Politica & Riforme

Le riforme condivise non fanno parte dell'Universo di Destra

E' questa l'analisi che in un editoriale «Europa», il quotidiano dell'ex Margherita, propone a proposito delle riforme e del dialogo su di esse

ROMA - «I berlusconiani non fanno nulla per accompagnare alle chiacchiere qualcosa di concreto. La loro versione delle riforme condivise è: noi abbiamo la nostra agenda». Così «il ridimensionamento dei magistrati viene al primo punto, andiamo avanti da soli e la sinistra sarà brava e meritevole di amore solo se ci verrà dietro. Lo schema di ragionamento e di gioco è di una semplicità sconcertante, al limite della rozzezza, prevede solo vantaggi politici per sé e per Berlusconi».

E' questa l'analisi che in un editoriale Europa, il quotidiano dell'ex Margherita, propone a proposito delle riforme e del dialogo su di esse. Per concludere che «le riforme condivise non fanno parte dell'universo concettuale» della destra.

«Il risveglio del tema riforme dopo l'attentato (di Milano al premier, ndr) non risponde a un disegno razionale, che porterebbe con sé anche una certa disponibilità al compromesso e all'ascolto - prosegue tranchant l'editoriale -. Somiglia molto di più all'escamotage utile a ridare un alito di vita a una legislatura altrimenti agonizzante».

C'e' dunque «un grossolano equivoco intorno al clima politico seguito all'attentato del Duomo». Non è «per distrazione che la destra, pur avendo governato con buone maggioranza parlamentari per la metà degli ultimi quindici anni, non ha portato a casa alcuna riforma autentica». Non è un «problema di clima che manca», è invece «un problema di intenzioni politiche» se le riforme non si sono fatte e difficilmente si faranno, nell'opinione de L'Europa.

«Non è colpa loro - prosegue l'editoriale - se non ci credono: è che le riforme condivise non fanno parte del loro universo concettuale». E questo spiega per finire anche perché «i rinfocolatori di destra sono ancora tutti all'opera, non smettono di demolire l'avversario e si preparano a riversare sul Pd e dintorni la colpa di un fallimento di una trattativa neanche avviata» mentre «non si trova un solo dirigente e un solo commentatore che da destra avanzi al Pd una proposta utile a smontare le diffidenze, a rendere più agevole un terreno che, come si sa, nel centrosinistra è irto di ostacoli ed affollato di scettici».