19 aprile 2024
Aggiornato 07:00
Conferenza sul clima dell'ONU

Copenaghen, Bersani: dal Governo lacrime di coccodrillo

Per il leader del PD «il vertice ha deluso, ma almeno il problema clima è riconosciuto»

ROMA - Il vertice di Copenaghen ha prodotto una «grande delusione in tutto il mondo», ma il Governo italiano non può versare «lacrime di coccodrillo» e, comunque, qualche risultato il summit lo ha prodotto: ha riconosciuto l'esistenza del problema-clima. Il segretario del Pd Pier Luigi Bersani incontra i giornalisti per commentare l'esito del vertice danese sul clima e illustra anche le proposte del partito in materia di «green economy».

Con lui, in conferenza stampa, ci sono anche Stella Bianchi (esponente della segreteria e responsabile ambiente), Ermete Realacci e Roberto Della Seta (capigruppo Pd nelle commissione Ambiente di Camera e Senato). «Se vogliamo trovare qualcosa di positivo in questo vertice - dice il segretario democratico - dobbiamo sottolineare che l'accordo di Kyoto, pur prendendo impegni quantificabili e certificabili, venne sottoscritto da un numero di Paesi che rappresentavano il 30% della produzione di emissioni di gas-serra; a Copenaghen, pur con un esito blando - per usare un eufemismo - i Paesi che hanno firmato sono responsabili dell'80% delle emissioni».

Il vertice, aggiunge Bersani, rende «palese l'isolamento dell'Europa e quindi il deficit di peso politico dell'Europa. Questo vuol dire che la dimensione intergovernativa dell'Ue non porta da nessuna parte». Un capitolo a parte merita il ruolo dell'Italia: «Sento da parte del Governo un po' di lacrime di coccodrillo! Sull'emergenza clima noi abbiamo avuto sempre una posizione 'tiepida', addirittura con sfumature negazioniste». Bersani, quindi, incalza il Governo italiano: «Noi diciamo: attenzione, che il protocollo di Kyoto esiste ancora, e l'Italia è lontanissima dal raggiungere gli obiettivi che lì sono fissati».

GREEN ECONOMY - Per il segretario Pd è fondamentale far capire all'opinione pubblica che la tutela del clima e lo sviluppo non sono affatto incompatibili e che, anzi, proprio la «green economy» può diventare un fattore di crescita economica: «La green-economy è l'unica carta 'anti-ciclica' che possiamo giocare contro la crisi economica».
Stella Bianchi riassume le proposte del Pd: interventi per l'efficienza energetica (ristrutturazione di abitazioni e incentivi per la sostituzione di auto ed elettrodomestici inquinanti); investimenti sulle fonti rinnovabili; politiche a favore del trasporto pubblico; sostegno alla ricerca; interventi per un «territorio, un turismo e un'agricoltura di qualità»; riciclo dei rifiuti.
«Con la green-economy - dice la Bianchi - si possono creare un milione di posti di lavoro nell'arco di 5 anni».