Speziale: non c'entro con l'omicidio Raciti
«Sono contento, l'uscita dal carcere per fine pena è primo passo avanti verso il traguardo finale, la mia innocenza»
CATANIA - L'uscita dal carcere per fine pena «è il primo passo avanti verso il traguardo finale, cioè la mia innocenza». A parlare Antonio Speziale che si dice «contento». Conversando con Apcom, Speziale, indagato per l'omicidio dell'agente di polizia Filippo Raciti, commenta «Ora voglio soltanto tornare a casa dai miei familiari, anche se già ora sono in famiglia. Quella che ho scontato - spiega - era la pena giusta che dovevo scontare per quello che è successo».
«Ma l'omicidio - sottolinea Speziale - non lo devo scontare. Per questo ribadisco con forza la mia innocenza». E il giovane tifoso etneo aggiunge: «Sono tranquillo per il futuro».
Speziale, uno dei due indagati per l'omicidio di Raciti, ucciso il 2 febbraio 2007 durante il derby Catania-Palermo, minorenne all'epoca dei fatti (aveva 17 anni), era ai domiciliari a Jesi, dove lavora, e dove doveva scontare una condanna a 2 anni per resistenza a pubblico ufficiale. Il giovane è in attesa di giudizio insieme all'altro indagato, Daniele Micale, per tentato omicidio davanti al tribunale per i minorenni di Catania.