28 marzo 2024
Aggiornato 10:00
Ecosistema Rischio 2009

Rischio frane e alluvioni: bene il nord. In pericolo 70% comuni

Presentato il dossier di Legambiente. Voto 10 a Canischio nel torinese e Palazzolo sull'Oglio nel bresciano

ROMA - I comuni del nord Italia battono quelli meridionali nella prevenzione delle frane e delle alluvioni. Lo dice Legambiente, che con la Protezione civile oggi ha presentato «Ecosistema Rischio 2009» con i dati sul rischio idrogeologico e le attività di prevenzione in Italia. Secondo il dossier, comunque, il 70% dei comuni italiani è a rischio ed il 68% ha svolto un lavoro «scarso» (605 comuni) o «insufficiente» (400) per mitigare il pericolo idrogeologico; il restante 32% ha lavorato in modo «ottimo» (2 comuni), «buono» (149) o «sufficiente» (330).

Ai comuni di Canischio, nel torinese, e Palazzolo sull'Oglio, nel bresciano, va il primato nazionale di Ecosistema Rischio 2009 con voto 10: nei due comuni, infatti, in seguito ad interventi di delocalizzazione, non sono presenti insediamenti antropici in aree a rischio idrogeologico e viene realizzata un'ordinaria attività di manutenzione delle sponde e delle opere di difesa idraulica. Le amministrazioni comunali si sono dotate di un piano di emergenza aggiornato, hanno organizzato iniziative di informazione rivolte alla popolazione ed esercitazioni per verificare la reale efficacia del piano d'emergenza.

Nei territori comunali sono presenti sistemi di monitoraggio e di allerta in caso di pericolo. In entrambi i comuni è inoltre attiva una struttura di protezione civile operativa in modalità h24 e nei piani urbanistici sono stati previsti vincoli all'edificazione delle zone classificate a rischio. Canischio e Palazzolo sull'Oglio saranno così premiati da Legambiente e dalla Protezione civile con la bandiera 'Fiume Sicuro' da esporre nel territorio comunale come riconoscimento del lavoro svolto.

L'altra faccia della medaglia è rappresentata da sette comuni che ottengono solo uno 0,5 in pagella: Acquaro, San Ferdinando, Oppido Marina in Calabria; Altavilla Silentina, Polla, Quarto in Campania; Vejano nel Lazio. Secondo Legambiente in questi comuni c'è una pesante urbanizzazione delle zone esposte a pericolo di frane e alluvioni e non sono state avviate attività mirate alla mitigazione del rischio.