25 aprile 2024
Aggiornato 06:00
Il presidente della Conferenza episcopale italiana: «Al Paese serve disarmo»

Bagnasco: «Basta con la politica di contrapposizione e odio»

«La gente, con suoi problemi, ha diritto di stare al primo posto. Scuola: ora di religione cattolica non è catechismo»

ROMA - Di fronte all'atmosfera di «sistematica e pregiudiziale contrapposizione» della politica italiana, che «talora induce a ipotizzare quasi degli atteggiamenti di odio», è necessario un «disarmo» da parte di tutti i protagonisti: è l'appello del presidente dei vescovi italiani.

«CLIMA D'ODIO» - Aprendo i lavori dell'assemblea generale della Cei ad Assisi, il Cardinale Angelo Bagnasco ha sottolineato che si registra nel «clima politico e mediatico» italiano «un'aria di sistematica e pregiudiziale contrapposizione, che talora induce a ipotizzare quasi degli atteggiamenti di odio: se così fosse, sarebbe oltremodo ingiusto in sé e pericoloso per la Nazione. In ogni caso - per Bagnasco - si impone una decisa e radicale svolta tanto nelle parole quanto nei comportamenti, diversamente verrebbe prima o poi ad inquinarsi il sentire comune, con conseguenze inevitabili in termini di sfiducia e disaffezione verso la cosa pubblica, e un progressivo ritiro dei cittadini nel proprio particolare. La gente, con i suoi problemi, ha il diritto di cogliersi al primo posto rispetto alle preoccupazioni rimbalzanti dal dibattito sia pubblico che privato».

DISARMO - «E' necessario e urgente - per il numero uno della Cei - svelenire il clima generale, perché da una conflittualità sistematica, perseguita con ogni mezzo e a qualunque costo, si passi subito ad un confronto leale per il bene dei cittadini e del Paese intero. Davvero ci piacerebbe che, nel riconoscimento di una sana - per quanto vivace - dialettica, inseparabile dal costume democratico, si arrivasse ad una sorta di disarmo rispetto alla prassi più bellicosa, che è anche la più inconcludente».

BUONA VOLONTÀ - L'arcivescovo di Genova ha sottolineato che «è una responsabilità grave che ricade su tutti, in primo luogo sui molti soggetti che hanno doveri politico-amministrativi, economico-finanziari, sociali, culturali, informativi» ed è necessario «un supplemento di buona volontà come di onestà intellettuale, ma anche - ha sottolineato - il superamento di matrici ideologiche che sembrano talora rigurgitare da un passato che non vuole realmente passare». Bagnasco ha anche lodato l'impegno italiano del mondo va «ben oltre gli stereotipi ingenerosi».