29 marzo 2024
Aggiornato 12:30
«No riforme occasionali»

Napolitano teme scontro perenne sulla Giustizia

«Serenità è merce rara nella nostra vita pubblica»

ROMA - Le riforme della giustizia non possono essere «nè occasionali nè di corto respiro», un tema talmente delicato che non può e non deve essere oggetto di scontro continuo o diventare terreno per una sorta di 'guerra civile' tra politica e magistratura. La preoccupazione del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano è evidente nella lettera che, scegliendo i panni di presidente del Csm, invia all'Anm in risposta all'appello pubblico rivoltogli il 16 ottobre.

RIFORME - Napolitano invita infatti l'Associazione nazionale magistrati a dialogo e collaborazione «civili e rispettosi», soprattutto «in vista di quelle riforme nè occasionali nè di corto respiro che auspicano tutti coloro che hanno a cuore un soddisfacente esercizio della funzione fondamentale di presidio della legalità - di cui sono e resto garante - al servizio dei cittadini, nel rispetto reciproco e nella leale collaborazione tra tutte le istituzioni». Insomma, l'Anm, per il capo dello Stato, deve «continuare a guardare a tutti i motivi e gli aspetti della crisi del sistema giustizia offrendo con rigore, misura e senza scendere sul terreno dello scontro, la propria disponibilità a concreti contributi propositivi, come interlocutore attento e credibile, fermo nella difesa dei principi fondamentali di indipendenza e autonomia ma sempre aperto al dialogo».

Parole che il Capo dello Stato ha già pronunciato, testuali, in almeno due occasioni, l'ultima delle quali il plenum straordinario del Csm nel quale ci fu il varo delle nuove regole per le pratiche a tutela. Ciò che colpisce, dunque, non è il fatto che Napolitano dica questo, ma che scelga proprio oggi per farlo, all'indomani dell'incontro tra Pdl e Udc sulla giustizia, quando si parla con insistenza di riforma della prescrizione e dopo le ultime esternazioni di Silvio Berlusconi sulle «toghe comuniste» e sulla sua volontà di «usare le aule di tribunale come un predellino», frasi costate al premier l'ennesima pratica a tutela da parte del Csm.

SCONTRO PERENNE - Da rilevare, inoltre, che quella di oggi è la prima volta nella storia della Repubblica che un inquilino del Quirinale risponde direttamente al sindacato dei magistrati, seppur sollecitato dall'invio di una lettera scritta, che in questo caso è anche stata resa nota il 16 ottobre proprio dal firmatario, il presidente dell'Anm Luca Palamara. La preoccupazione del capo dello Stato, che si comprende bene dal testo di oggi, è forte: Napolitano teme davvero che si arrivi entro breve a una guerra civile tra politica e magistratura, in una spirale di scontro perenne che di sicuro non porterebbe vantaggi al Paese. Tant'è vero che, anche incontrando il mondo della ricerca, oggi al Quirinale, Napolitano ha detto testualmente che il Paese ha bisogno di quella «serenità che è merce rara nella nostra vita pubblica».