Napolitano: «Serve confronto equilibrato e sereno sulla Giustizia»
«Viva preoccupazione per acuirsi tensione tra governo e toghe»
ROMA - Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, auspica un confronto «equilibrato e sereno» sulla giustizia.
Rispondendo alla lettera indirizzatagli e resa pubblica lo scorso 16 ottobre dal presidente dell'Anm, Luca Palamara, il capo dello Stato osserva: «Non ho bisogno di dirle come susciti viva preoccupazione anche in me l'acuirsi della tensione tra le istituzioni della Repubblica, e in particolare tra quelle in cui s'incarnano i rapporti tra politica e giustizia. A questo tema dedicai d'altronde l'intervento di apertura della seduta del Csm del 14 febbraio 2008; intervento che aprì una libera e ricca discussione. Ritengo che le considerazioni da me allora svolte conservino un'attualità e un valore ancor oggi, rispecchiando quell'impegno di serena valutazione, cui sono tenuto in coerenza con la natura del mio mandato, dei termini del problema».
«Nell'affrontare la vicenda dell'attacco mediatico al giudice Mesiano - rileva Napolitano - cui lei fa specifico riferimento nella sua lettera e di cui io stesso non ho mancato di rilevare il carattere 'inquietante', il Consiglio Superiore della Magistratura ha auspicato il ritorno a un confronto che rimanga in una 'misura di civiltà e rispetto reciproco'. E' un invito equilibrato e sereno, che condivido nella mia veste di Presidente del Consiglio Superiore e di Capo dello Stato».
Napolitano ha risposto anche ad Armando Spataro, primo firmatario di un appello sottoscritto da magistrati e giuristi: «Comprendo bene i motivi di grave e diffusa preoccupazione di cui lei e tutti i firmatari dell'appello vi siete fatti portatori. E la ringrazio per la 'certezza' che vi muove 'di avere in me un punto di riferimento solido e sicuro a difesa dell'indipendenza della giurisdizione'. E' questo un principio che il mio mandato costituzionale mi impone di tutelare: e lo faccio con piena convinzione, anche nel rivolgermi col dovuto equilibrio a tutti i soggetti coinvolti in un confronto - di cui da tempo tenacemente invoco la serenità e la misura - sulla crisi del sistema giustizia».