29 marzo 2024
Aggiornato 08:30
Lite tra i quotidiani che fanno capo alla PDL

Il Giornale contro Il Secolo: alleati Premier a intermittenza

L'ex organo di Alleanza Nazionale: «Non siamo di Sinistra in omaggio a verbo finiano»

ROMA - Lite tra i quotidiani che fanno capo alla maggioranza. Con due editoriali di prima pagina, il Giornale e il Secolo si rivolgono accuse incrociate che hanno al centro le figure di Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini.

L'EDITORIALE DI FELTRI - «Mentre il Paese è dei centrodestra, il Colle è di sinistra, la Consulta è di sinistra, qualcuno che era di destra fa il gioco della sinistra e ficca il bastone tra le ruote del Governo», scrive Vittorio Feltri in un editoriale intitolato «Un voto contro gli alleati a intermittenza». «Figuriamoci se, stante la situazione, il premier ha la vita facile, per giunta con un esercito di toghe rosse impegnate a sbatterlo all'angolo. Possibile che il Secolo non si accorga di niente e sprechi energie per dare addosso a noi perché raccontiamo la realtà e sveliamo qualche altarino?».

SE NE INFISCHIANO DEL BENE COMUNE - Il tema del contendere è l'emendamento - cancellato dal «finiano» Andrea Ronchi - sull'accorciamento dei tempi di prescrizione. «Quelli del Secolo d'Italia con un rigurgito di retorica fascista polemizzano contro Il Giornale e me per un paio di articoli, uno dei quali firmato da Alessandro Sallusti, sull'ennesima fregatura rifilata a Silvio Berlusconi», scrive Feltri, secondo il quale il Cavaliere, per Feltri, «ha degli alleati che sono tali a intermittenza, quando lo decidono loro. E se ne infischiano del bene comune».

LA RISPOSTA - Quello che era il quotidiano di An, da parte sua, risponde alle critiche del Giornale di essere divenuto un foglio di sinistra. «E' sempre sgradevole - scrive il Secolo in un editoriale intitolato 'Come fanno a dare lezioni proprio a noi?' - rivangare il passato, ma non se ci si è tirati per i capelli. La questione da vagliare è la seguente: il 'Secolo' dice ancora cose di destra oppure, in omaggio al verbo finiano, si diffonde in inutili civetterie con i postcomunisti su piazza? Perché questa è l'accusa, non velata ma esplicita, prodotta dal Giornale di Vittorio Feltri ieri in una mezza pagina (firmata da Paola Setti) intitolata in modo inequivocabile: 'E il foglio di Gianfranco ormai dice solo cose di sinistra'». Per il Secolo, «la potremmo senz'altro finire qui, invitando il Giornale a dirla tutta e bene la cosa che gli sta sul gargarozzo. Non è infatti che qui siamo comunisti. E non tiriamola per le lunghe con questa faccenda del Secolo di sinistra. Ognuno ha la sua storia e il suo stile. Siamo anche disposti a imparare, a prendere lezioni da un maestro come Feltri. Ma non certo sull'anticomunismo».