20 aprile 2024
Aggiornato 15:30
Dopo la vittoria di Pierluigi Bersani alle primarie

Rutelli: «Dirò sì a offerta politica per governo non populista»

Così l'ex sindaco di Roma ha annunciato le sue mosse politiche: «Non incarnerò una nuova iniziativa politica»

MILANO - «Mi metterò al servizio di un trasparente tentativo di dare a questo paese un'offerta politica che permetta di governare l'Italia senza lasciarla nella mani di un populismo che sta logorando irrevocabilmente il paese, l'economia e la società lasciando crateri e non orizzonti per il futuro della politica». Così Francesco Rutelli ha annunciato le sue mosse politiche dopo la vittoria di Pierluigi Bersani alle primarie per l'elezione del segretario del Pd a Milano.

Rutelli ha subito precisato che non sarà il leader di un nuovo partito politico. «Io mi interrogo - ha spiegato - e lo dico pubblicamente, con le persone accanto a me e con altri. Ma, qualunque iniziativa dovesse nascere, non sarò colui che la incarna e la rappresenta». Proprio per questo lancia un invito: «Mettiamo insieme le persone che vogliono ragionare e costruire un'offerta politica all'altezza delle grandi difficoltà ma anche delle grandi capacità che l'Italia».

«Davanti a noi - ha detto inoltre Rutelli - abbiamo un tragitto differente unendo persone diverse tra loro». «Per citare il sociologo Aldo Bonomi uniremo l'Italia operosa - ha aggiunto - e non l'Italia del rancore».

Rutelli ha profetizzato una divisione del paese: «L'Italia si sta dividendo - ha detto - di fronte abbiamo la Lega contraente decisivo della destra e potremo avere la nascita del partito del sud tutto interno alle fila della destra. Dall'altra avremo un centrosinistra che non avrebbe parole decisive. Questo io lo considero un dramma. Per questo occorre fare emergere risposte positive». Sul centrosinistra l'ex sindaco di Roma è chiaro: «E' imperniato sul Pd che si ritrova ad essere un partito riformista alleato alle forze dipietriste».

Lo scenario profetizzato «avviene nel pieno di una crisi che favorirà la rottura e non la coesione». Per l'ex vicepremier alla destra che propone «il funambolismo di Berlusconi» si contrappone «una sinistra che ripercorre il passato». Per questo ritiene necessario «correre i binari tracciati che sappiamo bene dove ci porteranno».