La CEI dice no all'insegnamento dell'Islam a scuola
La politica ancora divisa. No dalla Lega Nord, sì dell'IdV. Ma anche nella Chiesa c'è chi approva la proposta del Ministro Urso
ROMA - Dopo il via libera dal Vaticano per bocca del cardinal Martino, ieri lo stop della Cei con il presidente Angelo Bagnasco: la Chiesa si divide sulla proposta di introdurre l'insegnamento dell'islam nelle scuole avanzata dal deputato del Pdl e vice ministro Adolfo Urso.
«L'ora di religione cattolica, nelle scuole di Stato, si giustifica in base all'articolo 9 del Concordato, in quanto essa è parte integrante della nostra storia e della nostra cultura», spiega il cardinal Bagnasco in un'intervista al Corriere della Sera. «Pertanto, la conoscenza del fatto religioso cattolico è condizione indispensabile per la comprensione della nostra cultura. Non mi pare che l'ora di religione ipotizzata (di islam, ndr.) corrisponda a questa ragionevole e riconosciuta motivazione», taglia corto il capo dei vescovi italiani.
Di parere opposto il cardinale Georges Cottier, teologo emerito della Casa pontificia, secondo il quale «per milioni di immigrati la conoscenza è antidoto al fondamentalismo», e dunque la Santa Sede «non ha nulla in contrario a riconoscere agli studenti musulmani il diritto a approfondire la loro religione».
Divisa è anche la politica, ed è una divisione che attraversa gli schieramenti. Per il leghista Roberto Calderoli la proposta «è una mattata di cui non abbiamo bisogno», e il compagno di partito Roberto Cota assicura che «sarà rispedita al mittente». Anche il leader dell'Udc boccia la proposta chiedendo che «le istituzioni pubbliche, a partire dalla scuola nell'ora di religione, valorizzino l'identità cristiana del nostro Paese, minimo comune denominatore che unisce tutti gli italiani, credenti e non credenti. L'idea di Urso è senz'altro generosa, ma rischia di essere avventata».
A favore invece l'Italia dei Valori: il capogruppo alla Camera Donadi ritiene infatti che «la conoscenza aiuta l'integrazione e combatte il fondamentalismo». Anche l'esponente del Partito Democratico Vincenzo Vita ritiene la proposta «ragionevole», così come il deputato del Pdl Benedetto Della Vedova. Firmano invece una nota congiunta Sarubbi (Pd) e Granata (Pdl) per chiedere di smetterla con «fughe in avanti» e di ragionare invece seriamente sulla loro proposta per accelerare la concessione della cittadinanza agli immigrati.