24 aprile 2024
Aggiornato 00:00
Lo svela una ricerca condotta da StrategyOne per conto di Milupa

Mamme in carriera, oltre i 25 anni sono più stressate e scontente

Una donna su due teme di non poter conciliare lavoro e famiglia

MILANO - Le mamme italiane in carriera sono più soddisfatte e meno stressate quando cominciano a lavorare da giovani: lo svela una ricerca condotta da StrategyOne per conto di Milupa. L'indagine, che ha interessato un campione di oltre 800 mamme di bambini da 0 a 12 mesi, rivela come in base all`età cambi sensibilmente il tempo dedicato al lavoro e anche il grado di soddisfazione delle madri/lavoratrici.

Tra le mamme lavoratrici (il 75% del campione totale), circa il 56% di quelle di età compresa tra i 18 e i 29 anni svolge un'attività part time, mentre le altre hanno occupazioni full time oppure lavorano in altre condizioni.

Considerando la fascia delle over 30, invece, la maggior parte delle mamme lavoratrici (circa il 54%) è impegnata in attività lavorative a tempo pieno. Inoltre l'80% delle mamme under 24 si dichiara molto o abbastanza soddisfatta del proprio lavoro, mentre sono meno soddisfatte oltre i 25 anni, solo il 60% di loro si dichiara in questo caso molto o abbastanza soddisfatta.

Un altro dato significativamente influenzato dall'età è quello relativo alla convinzione che le madri lavoratrici siano penalizzate nel loro percorso di carriera: il 31% delle under 24 è convinta di questo, percentuale che arriva al 75% nel caso delle over 35.

Una donna su due, a prescindere dall'età, teme di non riuscire a conciliare efficacemente lavoro e famiglia, ma allo stesso tempo ritiene giusto che la famiglia sappia adeguarsi alle proprie esigenze lavorative e aspirazioni professionali.

Dallo studio emerge infine una certa sfiducia nell'effettiva capacità delle aziende, sia pubbliche che private, di offrire alle madri servizi specifici, come orari flessibili, possibilità di baby-garden, che possano supportare la difficile condizione delle neo mamme. C'è una tendenza a restare più a lungo lontano dal lavoro quasi «per disperazione», mentre il desiderio autentico sarebbe quello di riprendere un'attività, non solo per necessità materiali, ma per la completa espressione e realizzazione del proprio io-sociale.