5 per mille: il Governo umilia il volontariato!
Per l'Associazione dopo essersi appropriato dei fondi 2007-2008 già versati da contribuenti, fa sparire dal cud 2010 tale voce
ROMA - «Gli incalliti e preparati giocatori delle tre carte che imbrogliano gli avventori con il gioco di «carta vince-carta perde», sono dei veri e dilettanti rispetto a prestigiatori professionisti del Governo e del ministro dell’Economia, la cui innata abilità nel far apparire e sparire fondi già versati dai contribuenti, è ancor più stupefacente» – dichiarano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, Presidenti di Federconsumatori e Adusbef.
Mentre il terzo settore aspetta ancora le erogazioni del 5 per mille per gli anni 2007 e 2008, già versate dal 61 per cento dei contribuenti per un controvalore di circa 500 milioni di euro l’anno, ma fatti sparire dal gioco di prestigio del ministro dell’Economia in qualche piega di bilancio, che potrebbe apparire come un vero e proprio reato di appropriazione indebita, la finanziaria evanescente presentata cancella perfino dal CUD un formidabile strumento di solidarietà e sussidarietà per finanziare i comuni, la ricerca, il volontariato.
Visitando infatti il sito dell’Agenzia delle Entrate, si può verificare con i propri occhi che la bozza di dichiarazione dei redditi, CUD 2010, è sprovvista del rigo riguardante la scelta del 5 per mille da parte dei contribuenti che possono devolvere una piccolissima parte del gettito complessivo IRPEF, stimato dal ragioniere Generale dello Stato per l’anno 2009 per la somma di 161,1 miliardi di euro, quindi per 524 milioni di euro al volontariato, tenendo conto che il 61% dei contribuenti aveva fatto in precedenza tale scelta.
Con questo gravissimo atto il Governo, che già si era assunto la grave responsabilità di tagliare i fondi alla ricerca ed alla Università, condannando l’Italia ad un ruolo subalterno di talenti eccellenti costretti ad emigrare per cercare fortuna all’estero, completa la malefatta di cassare la scelta dei cittadini di poter erogare una piccolissima parte del proprio reddito Irpef,il 5 per mille infatti, alle associazioni di volontariato più meritevoli, tuttavia trattate dal ministro come incalliti evasori obbligati ugualmente a fornire all’Agenzia delle Entrate adempimenti fiscali così stringenti, insopportabili e costosi tali da non essere richiesti neanche a note imprese con ampi fatturati colpevolmente condonate con lo scudo fiscale.