27 aprile 2024
Aggiornato 02:00
Cronaca. Piemonte

Anni di truffe e furti: sequestrati beni famiglie sinti

Individuati a Torino cc bancari, auto e ville per milioni di euro

ROMA - Auto, terreni agricoli, casali e ville di lusso finemente arredate, conti correnti bancari, preziosi rinchiusi in cassete di sicurezza: gli agenti della questura di Torino hanno sequestrato a due famiglie sinti un patrimonio di valore di «svariati milioni di euro», ancora in corso di stima, frutto di danni di truffe e furti, soprattutto ai danni di anziani.

La legge Maroni - spiega la questura di Torino - ha consentito di inoltrare separatamente le misure di prevenzione personali e patrimoniali, la successiva legge del luglio 2009 ha ampliato il campo d'azione, consentendo di «colpire» persone che si sono arricchite tramite il delitto in un passato remoto, focalizzando in tal modo l'attenzione su patrimoni frutto di attività criminali precedentemente compiute o di valore sproporzionato al reddito dichiarato.

Possibilità di ablazione estesa anche ai patrimoni ereditati. Sulla base di queste nuove disposizioni sono stati così proposti al Tribunale di Torino due nuclei familiari di etnia Sinti, specializzati in furti e truffe ai danni di anziani, reati che grazie alla nuova legge consentono ora l'applicazione della misura di prevenzione patrimoniale, perchè fosse adottata nei loro confronti la misura patrimoniale del sequestro anticipato dei beni e la loro successiva confisca.

Entrambi i nuclei familiari, imparentati attraverso intricati intrecci, hanno dato vita ad un vero e proprio cartello della truffa, colpendo indiscriminatamente anziani soli e malati. Il collaudato modus operandi, tanto semplice quanto efficace, ha consentito loro di truffare in modo seriale centinaia di vittime, alle quali si sono presentati come falsi poliziotti, carabinieri, impiegati delle poste, dell'acquedotto o quant'altro, impegnati in verifiche collegate a denaro fuori corso o falso, consegnato loro da impiegati infedeli. Una volta conquistata la loro fiducia, non solo razziavano i beni custoditi nelle abitazioni, ma si facevano indicare i codici segreti dei loro bancomat, con la scusa di risalire ad eventuali banconote false.

Anni di truffe e furti - sottolinea la questura di Torino - che ha permesso alle famiglie di costruirsi un ingente patrimonio, composto da terreni, edifici e fabbricati, intestati a sé stessi ed ai familiari più stretti. La Divisione anticrimine della Questura di Torino, dopo un'ampia attività investigativa e una mole di accertamenti economico-finanziari, «ha individuato l'esistenza di patrimoni sicuramente frutto di attività criminali, perché non confortati da alcuna documentazione circa eventuali attività lavorative ordinarie».

Per tutta la giornata di ieri, oltre 50 poliziotti sono stati impegnati e hanno eseguito i sequestri dei beni individuati, «per un valore di svariati milioni di euro». Le famiglie colpite dai provvedimenti sono quelle dei Riviera - Diglaudi di Montalenghe e Cena di Nichelino.