Fini: «Italia è degli italiani, ma sì a integrazione»
«Dare cittadinanza a chi dimostra di amare il nostro Paese dopo 5/7 anni di residenza»
MILANO - Discutere sul tema della cittadinanza «non ha mai fatto male a nessuno». Lo ha detto il presidente della Camera, Gianfranco Fini, durante il suo intervento alla Festa della libertà in svolgimento a Milano.
Fini ha ricordato che «l'Italia è degli italiani«, cioè anche di tutti coloro «che non sono nati in Italia ma la amano e la sentono come la loro patria». Fini ricordando che sono già 4 milioni gli stranieri residenti in Italia ha criticato il modo in cui viene concessa la cittadinanza oggi, cioè solo con «adempimenti burocratici formali». Sarebbe più giusto «a chi lo chiede che dimostri di amare l'Italia», cioè «che parli bene la nostra lingua, che conosca la nostra storia, la geografia, che giuri fedeltà ai valori della nostra Costituzione, e che serva la patria con le armi».
Cittadinanza dopo 5/7 anni - Fini ha anche affermato che non sarebbe uno scandalo che dagli attuali 10-12 anni di residenza nel nostro Paese, necessari per chiedere la cittadinanza, si possa scendere ai cinque-sette anni, e che sia possibile ottenerla anche per un soggetto inferiore ai 18 anni nel caso abbia frequentato almeno un ciclo scolastico. Fini ha anche sottolineato che continuerà a porre la questione dell'integrazione fino a quando non gli verranno contrapposte argomentazioni valide e che la tesi che di questo argomento non se ne possa parlare perchè «non fa parte del programma del Pdl» è un argomento risibile.