23 aprile 2024
Aggiornato 13:30
Al posto di Boffo favoriti Delle Foglie e Righetto

Bagnasco apre il «parlamentino» dei Vescovi nel dopo-Boffo

Ieri il Papa ha invitato i «tessitori» a evitare «menzogne»

ROMA - Lui, il vero protagonista, non ci sarà. Dino Boffo, il direttore dimissionario di Avvenire non si vedrà al Consiglio permanente della Cei, il 'parlamentino' dei vescovi italiani che verrà aperto, oggi pomeriggio in Vaticano, dal cardinale Angelo Bagnasco. In un breve intervento sul giornale che ha guidato a lungo, ieri ha ringraziato i lettori per la «montagna» di lettere di solidarietà che sta leggendo «a dosi compatibili con la mia attuale forma fisica e psichica». Eppure la personalità di Boffo sarà presente negli interventi, nei conciliaboli e nelle discussioni della riunione episcopale che - da domani a giovedì prossimo - dovrà affrontare le conseguenze delle sue dimissioni sugli equilibri intra-ecclesiali e sui rapporti tra Chiesa cattolica e mondo della politica.

Dibattito sul Governo - Se il Vaticano ha scelto, con il cardinale Tarcisio Bertone, una linea 'lealista' nei confronti del Governo - di questo come di quelli che lo hanno proceduto o lo seguiranno - le dimissioni di Boffo dopo gli attacchi del Giornale hanno segnato un innegabile scontro tra alcuni settori di maggioranza e certe aree dell'establishment cattolico. Certo, nulla autorizza a leggere la denuncia di questi giorni del «degrado politico» del cardinal Bagnasco o l'appello agli «uomini retti» di monsignor Crociata come un riferimento alle controverse vicende personali del Presidente del Consiglio Berlusconi. Se il 'cattolico adulto' Prodi aveva fatto storcere il naso a più di un vescovo, però, le riserve espresse da Boffo nei confronti della «tracotante messa in mora della sobrietà» da parte di Berlusconi non sono evaporate con le dimissioni di Boffo.

Tramonto della Democrazia Cristiana - Tra i vescovi, più in generale, si fa strada l'esigenza di individuare un nuovo personale di riferimento nella politica e, prima ancora, nella società. La ricetta per garantire ai cattolici una presenza - se non un protagonismo - nella scena pubblica del paese dopo il tramonto della Democrazia cristiana e un ventennio di guida sicura e arrembante del cardinale Camillo Ruini, però, è tutt'altro che univoca. La 'Civiltà cattolica' boccia la «politica dei due forni» di Pier Ferdinando Casini e il sotteso progetto di un 'grande centro'. «E' una tesi frutto della propaganda più che di una analisi razionale del 'mercato' elettorale», ha scritto la rivista che va in stampa con l'imprimatur della Segreteria di Stato vaticana. L'indomito cardinale Camillo Ruini presenterà, martedì, un corposo documento sulla 'emergenza educativa', una sorta di linee-guida sulla sua concezione dei rapporti tra Chiesa e società per i prossimi anni.

Le Parole del Papa - La Conferenza episcopale italiana, da parte sua, si interroga, si divide, cerca una linea comune. A rappresentare un punto di riferimento per l'evento che si apre oggi sono le parole pronunciate ieri dal Papa. Considerazioni che non possono essere lette come riferite esclusivamente alla situazione italiana, ma che possono costituire, anche per i vescovi italiani, una sicura bussola di orientamento. «Ai nostri giorni, forse anche per certe dinamiche proprie delle società di massa - ha detto il Papa all'Angelus - si constata non di rado un carente rispetto della verità e della parola data, insieme ad una diffusa tendenza all'aggressività, all'odio e alla vendetta».

«Rigettare la menzogna e la violenza» - Benedetto XVI ha quindi invitato tutti, ma, «in primo luogo», chi è «chiamato ad essere promotore e 'tessitore' di pace nelle comunità religiose e civili, nei rapporti sociali e politici e nelle relazioni internazionali», a «rigettare la menzogna e la violenza nelle intenzioni, nelle parole e nelle azioni, coltivando con cura sentimenti di rispetto, di comprensione e di stima verso gli altri». Un'esortazione che Bagnasco - ricevuto pochi giorni fa dal Papa in vista del Consiglio permanente di domani - dovrebbe far propria con una prolusione che, pur non mancando di tornare sul 'caso Boffo' e sulle frizioni con la maggioranza, dovrebbe puntare anche a guardare al futuro con uno spirito, appunto, da «tessitore». Si capirà dal discorso di Bagnasco di oggi, e dalle discussioni che ne seguiranno all'interno dell'episcopato, quale sarà l'orientamento della Chiesa cattolica in questa fase della vita italiana. Primo indicativo segnale sarà il nome del nuovo direttore di Avvenire.

Due soluzioni per la direzione di «Avvenire» - La contesa per il nuovo direttore di Avvenire sembra ridursi a un ballottaggio tra due nomi: Domenico Delle Foglie, ex vicedirettore, attuale portavoce di Scienza&Vita, vicinissimo a Dino Boffo e al cardinal Ruini; e Roberto Righetto, responsabile delle pagine culturali, una «spina» interna alla gestione Boffo secondo alcuni, il che ne farebbe un candidato interno, sì, ma allo stesso tempo di discontinuità.