Il Premier negli Usa da Obama per Assemblea Onu e G20
A New York-Pittsburgh «transition strategy» per crisi-Afghanistan
ROMA - Saranno quattro giorni intensi, quelli che il premier Silvio Berlusconi si appresta ad affrontare negli Stati Uniti. Prima l'assemblea generale delle Nazioni Unite a New York, poi il G20 a Pittsburgh: due passaggi determinanti per provare a sciogliere alcuni nodi cruciali dell'agenda internazionale, dalle nuove regole per i mercati globali al dossier sul nucleare iraniano, passando per le missioni di peacekeeping e la situazione in Afghanistan.
Il Cavaliere è atteso il pomeriggio di martedì prossimo a New York, dove la sera è in programma un pranzo ristretto che il segretario generale dell'Onu offrirà a 25 Capi di Stato e di governo. L'intervento di Berlusconi all'assemblea generale è in agenda per la mattina di mercoledì, poi Berlusconi prenderà parte al ricevimento offerto dal Presidente statunitense Barack Obama.
Il giorno successivo si apre a Pittsburgh il G20. Il Presidente del Consiglio sarà impegnato fino a giovedì sera nei lavori del summit, per fare poi rientro in Italia nella notte.
NUCLEARE IRANIANO - Gli appuntamenti di New York e Pittsburgh serviranno per un confronto e un approfondimento con gli altri leader sui principali e urgenti dossier di politica internazionale. Ma l'assemblea nazionale rappresenterà soprattutto il primo banco di prova per Obama, un modo per verificare quanto il presidente Usa abbia deciso di investire sul nuovo approccio multilaterale dopo gli anni di Bush. Di certo il dossier sul nucleare iraniano rivestirà un ruolo centrale presso la Nazioni Unite, con l'Italia da tempo convinta della necessità di superare il formato del '5+1', anche se difficilmente si pronuncerà una parola definitiva sulla corsa di Teheran al nucleare e l'ipotesi di sanzioni, per altro sempre in campo.
AFGHANISTAN - Ma anche la difficile situazione di Kabul sarà al centro dei colloqui, con l'Italia ancora scossa dagli attentati che hanno provocato la morte di sei militari e il ferimento di altri quattro. Dopo le polemiche interne, Berlusconi dovrà certamente ribadire l'intenzione del nostro Paese di rispettare gli accordi internazionali e assicurare agli interlocutori che Roma non ha alcuna intenzione di avviare un ritiro unilaterale da quel teatro.