29 marzo 2024
Aggiornato 09:30
Sabato 12 settembre

Città, in Emilia-Romagna 104 «Feste di vicinato»

Muzzarelli: «Una occasione per sottolineare che città e quartieri non sono fatti solo di case ma soprattutto di persone e relazioni sociali»

BOLOGNA - «Una buona soluzione del problema della casa richiede non solo la necessaria disponibilità fisica di un alloggio, ma anche un accettabile contesto urbano e sociale entro cui vivere. Dalle 'Feste di vicinato' può arrivare un importante contributo a rafforzare un clima di convivenza, di reciproca accettazione tra persone che vivono porta a porta ed anche di integrazione sociale e culturale».

Lo ha sottolineato l’assessore regionale alla programmazione territoriale Gian Carlo Muzzarelli in occasione dello svolgimento in Emilia Romagna delle «Feste di vicinato» che si svolgeranno sabato 12 settembre. Muzzarelli, per l’occasione, ha inviato un messaggio al coordinatore regionale dei presidenti delle Acer dell’Emilia Romagna, Marco Corradi.

In Emilia-Romagna le feste di vicinato - in forma differenziata per numero, per dimensioni e per modalità delle iniziative - saranno complessivamente 104 di cui 2 Rimini, 8 a Forlì-Cesena, due a Bologna (a livello di quartiere), 15 a Modena, 60 a Reggio Emilia, 10 a Parma e 3 a Piacenza. La maggior parte delle Feste, circa il 70% del totale, sono in programma nei Comuni capoluogo.

«La partecipazione delle Acer alle ‘Feste di vicinato’ dimostra - ha aggiunto Muzzarelli - che esse non si occupano solo dell’amministrazione degli immobili, ma si interessano anche delle persone che in essi abitano. Queste iniziative sono essenziali per costruire una comunità aperta e rispettosa per vivere insieme e meglio».

Le feste di vicinato, nate nel 1999 a Parigi, si sono diffusa in molte altre città europee, con lo scopo di migliorare la coesione sociale e la solidarietà tra le famiglie che vivono negli stessi condomini e negli stessi quartieri. In Emilia Romagna l’esperienza si è avviata nel 2007 e ha registrato una partecipazione crescente di anno in anno. Oltre agli inquilini degli insediamenti abitativi pubblici, in alcune realtà ne sono stati protagonisti anche cittadini residenti in alloggi privati.