29 marzo 2024
Aggiornato 14:00
Giustizia

Napolitano scrive al Csm: «Lavorate con serenità»

All'odg del Plenum tutela dei Pm e le nuove accuse del Premier

ROMA - Il presidente della Repubbblica, Giorgio Napolitano, ha inviato una lettera al Csm nella quale chiede ai consiglieri di «affrontare con serenità» il dibattito legato alle pratiche a tutela dei magistrati e le accuse rivolte alla magistratura da Silvio Berlusconi. Il capo dello stato aveva già fatto numerosi interventi sull'argomento delle tutele, sollecitando modifiche al regolamento per l'apertura delle pratiche.

L'invito del presidente Napolitano a «discutere serenamente» è scritto in una lettera che il consigliere per le questioni giuridiche del Quirinale Loris D'Ambrosio ha inviato al vicepresidente del Csm Nicola Mancino.

Auspicando che il dibattito al Csm avvenga con serenità ed equilibrio, Napolitano ribadisce l'esigenza di fare un uso «responsabile e prudente» dell'istituto delle pratiche a tutela dei magistrati, che ora, in seguito a una modifica regolamentare, è stato ancorato «a stringenti e rigorosi presupposti».

L'uso di questo istituto «si giustifica - è scritto nel testo - solo quando è indispensabile per garantire la credibilità della istituzione giudiziaria nel suo complesso da attacchi così denigratori da mettere in dubbio l'imparziale esercizio della funzione giudiziaria e da far ritenere la sua soggezione a gravi condizionamenti; non anche quando mira a garantire la reputazione dei singoli la cui tutela, come per tutti i cittadini, è rimessa all'iniziativa dei magistrati interessati». Il Quirinale ha diffuso il testo integrale della lettera al vicepresidente del Consiglio superiore della Magistratura, Nicola Mancino, firmata, si sottolinea nella nota, «come da prassi, per il segretario generale dal Consigliere del presidente per gli Affari dell'amministrazione della giustizia Loris D'Ambrosio».

Il Presidente della Repubblica, preso atto delle proposte di archiviazione delle pratiche a tutela depositate il 29 luglio 2009, nell'esprimere l'assenso di rito all'ordine del giorno per le sedute del 9 e 10 settembre 2009 - nella formulazione risultante a seguito della nota 3 settembre 2009 del Segretario Generale del Consiglio Superiore della Magistratura-, mi incarica di segnalare - si legge nella lettera - che, nelle motivazioni di alcune delle proposte di apertura di pratica a garanzia della indipendenza e del prestigio dei magistrati e della funzione giudiziaria, è fatto riferimento alle risoluzioni che, a partire dal 1978, il Consiglio ha assunto in materia; nessun riferimento è invece fatto alle previsioni dell' art. 21-bis del Regolamento Interno che ora disciplina l'istituto ancorandolo a stringenti e rigorosi presupposti».

Il Capo dello Stato - prosegue il messaggio - auspica che l'esame delle pratiche a tutela avvenga con serenità ed equilibrio, in linea con la esigenza di fare responsabile e prudente uso di un istituto che - come emerge dalla formulazione dell'art. 21-bis R.I., dai lavori preparatori della nuova previsione normativa e dal verbale della seduta consiliare del 2 luglio scorso - si giustifica solo quando è indispensabile per garantire la credibilità della Istituzione nel suo complesso da attacchi così denigratori da mettere in dubbio l'imparziale esercizio della funzione giudiziaria e da far ritenere la sua soggezione a gravi condizionamenti: non anche quando mira a garantire la reputazione dei singoli la cui tutela - come per tutti i cittadini - è rimessa alla iniziativa dei magistrati interessati».