25 aprile 2024
Aggiornato 02:30
Ennesimo giallo leghista su Facebook

Giallo su Facebook, pagina di Mirano invita a torturare immigrati

Veltroni: «E' orribile». Cota: «E' un falso, sezione non c'entra»

ROMA - Ennesimo giallo leghista su Facebook. Stavolta è il caso della pagina di un sedicente gruppo «Lega Nord Mirano», che ha pubblicato sul social network un profilo che ha come immagine un manifesto che invita a «torturare» i clandestini. La segnalazione della 'pagina' è arrivata dall'ex segretario del Pd, Walter Veltroni.

«Stamattina - è la dichiarazione di Veltroni - aprendo Facebook ho visto un'email inviatami da un'amica di Brescia: è la foto che la sezione di Mirano della Lega Nord usa come immagine di profilo. E' un manifesto con il simbolo della Lega e sotto la scritta Immigrati clandestini, torturarli è legittima difesa». L'ex segretario del Partito democratico aggiunge poi che «tutto ciò è inaccettabile», perchè «contrario a ogni forma di civiltà, prima ancora che alla nostra storia e alla nostra tradizione di emigranti».

Immediata la 'mobilitazione' su Facebook, dove è stato subito aperto un gruppo chiamato «cancelliamo la Lega Nord Mirano», alla quale, fino a poco fa, risultavano affiliati numerosi esponenti di spicco del Carroccio, tra cui il capogruppo alla Camera Roberto Cota, il fondatore del Carroccio Umberto Bossi e suo figlio Renzo. Proprio da Cota e da altri parlamentari leghisti è partita la controffensiva. Con una nota, il capogruppo leghista a Montecitorio sostiene che quella pagina è «un falso, un'ignobile strumentalizzazione. Con Bossi - fa sapere Cota - abbiamo provveduto subito a rimuovere amicizia e a segnalare problema al gestore».

«Ancora una volta - sono le parole del leghista - stiamo assistendo ad un circuito mediatico impazzito, che si muove con la complicità di chi gioca a mistificare la realtà. L'amicizia su Facebook si da in buona fede a centinaia di soggetti ogni giorno e non si può in alcune modo essere responsabili delle condotte altrui. Nel caso di specie - prosegue - siamo di fronte ad una vera e propria truffa, perché qualcuno si è spacciato per leghista, intestando una pagina Facebook ad una sezione della Lega che abbiamo verificato non corrispondere; oltretutto è stato utilizzato per questa pagina un manifesto patacca (evidentemente ritoccato graficamente) che la Lega non ha mai ideato, né tanto meno stampato».

«Detto questo - prosegue Cota - probabilmente esiste un problema di regole. Io ho ovviamente fatto rimuovere subito l'amicizia a questa fantomatica pagina e segnalato la truffa al gestore. Lo stesso farà Umberto Bossi».

Intanto, però, si sono mossi numerosi esponenti dell'opposizione e della società civile. L'Arci presenterà infatti un nuovo esposto alla Procura della Repubblica contro Umberto Bossi e Roberto Cota, «sperando - si legge in una nota - che la magistratura intervenga rapidamente data la gravità dei reati denunciati. Chiediamo inoltre al gestore del social network di oscurare immediatamente la pagina. Chiediamo all'opposizione parlamentare di presentare con urgenza una mozione di sfiducia nei confronti di un ministro indegno di ricoprire tale ruolo e nello stesso tempo ci domandiamo se il presidente della Camera Gianfranco Fini non intenda far sentire la sua voce nei confronti di un membro del Parlamento italiano che aderisce ad un gruppo di esplicita matrice violenta e razzista».

Stessa linea anche per l'ex capogruppo dei Verdi Angelo Bonelli, che invita «il ministro degli Interni a chiedere all'Autorità giudiziaria di perseguire i responsabili di questa gravissima violazione della legge e del codice penale , in ogni caso invierò domani mattina un esposto all' Autorità giudiziaria .

Quel che preoccupa ancora di più è il silenzio del capo del governo Berlusconi che pur di rimanere a galla deve accettare una simile vergogna».