12 ottobre 2025
Aggiornato 09:30
All'indomani di un editoriale dell'Avvenire

Scontro Bossi-Vescovi. Il senatur: «Parole di poco senso»

E il Vaticano: «Rispettare sempre diritti dei migranti»

ROMA - E' scontro tra Umberto Bossi e i vescovi italiani e il Vaticano, sulla tragedia avvenuta al largo delle coste di Lampedusa e all'indomani di un editoriale dell'Avvenire che condannava la legge del silenzio per le tragedie in mare paragonabili ai silenzio della Shoah. L'accostamento «è troppo forte» e ha «poco senso», dice il leader della Lega. «Perchè le porte non le apre il Vaticano che ha il reato di immigrazione», afferma. «Che comincino a dare il buon esempio».

Il Vaticano, per bocca di monsignor Antonio Maria Vegliò, presidente del Pontificio Consiglio per i Migranti (dicastero competente in tema di immigrazione), esprime dolore per il continuo ripetersi delle morti in mare e chiede alle società sviluppate di «rispettare sempre i diritti dei migranti, senza chiudersi all'egoismo». «L'ennesima tragedia della migrazione, avvenuta nel Canale di Sicilia - afferma mons. Vegliò alla 'Radio Vaticana' - ci ricorda quanto scrive Benedetto XVI nella 'Caritas in veritate': 'Ogni migrante è una persona umana' che 'possiede diritti fondamentali inalienabili' da rispettare 'in ogni situazione'». Queste tragedie, spiega il presidente del dicastero vaticano, «colpiscono esseri umani che cercano di raggiungere Paesi o regioni economicamente più sviluppati, per fuggire povertà e fame. Per questo sono pronti a rischiare tutto, anche la loro stessa vita». «Quindi, se da una parte è importante sorvegliare tratti di mare e prendere iniziative umanitarie - prosegue - è legittimo il diritto degli Stati a gestire e regolare le migrazioni. C'è tuttavia un diritto umano ad essere accolti e soccorsi. Ciò si accentua in situazioni di estrema necessità, come per esempio l'essere in balia delle onde del mare».

«Certamente - ribadisce mons. Vegliò - le nostre società cosiddette civili, in realtà hanno sviluppato sentimenti di rifiuto dello straniero, originati non solo da una non conoscenza dell'altro, ma anche da un senso di egoismo per cui non si vuole condividere con lo straniero ciò che si ha. Poi si raggiungono estremi, ove la condivisione dei beni viene fatta provvedendo piuttosto al benessere degli animali domestici». Per questo, «il nostro Pontificio Consiglio - conclude - è addolorato per il continuo ripetersi di queste tragedie».

E' monsignor Domenico Mogavero, vescovo di Mazara del Vallo, a rispondere con toni duri a Umberto Bossi. «Le sparate a salve di Bossi - che ormai non fanno più storia perchè ci ha abituato - sono solo per i suoi seguaci e non per chi come noi vuole risolvere la situazione e sono talmente gravi al pari dei fatti incresciosi avvenuti al largo del Mediterraneo», chiosa il vescovo. «Vorrei sapere da quali fonti di informazione, Bossi deduca che il Vaticano abbia il reato di immigrazione. Sono parole del tutto gratuite. Le tragedie nel mare non sono liquidabili con battute estemporanee, ci sono di mezzo delle vite umane e la sensibilità di tante persone che sono veramente preoccupate di questi fatti che, temendo di dover sottostare a conseguenze penali hanno paura di aiutare persone in difficoltà. Siamo veramente di fronte a una violenza - prosegue il presule - che viene fatta alla coscienza della gente di mare. È una cosa gravissima».

Più 'morbida' la posizione di monsignor Luigi Negri, vescovo di San Marino-Montefeltro: «Non scendo al livello di Bossi, le battute son battute. Io dico solo che il problema è ben più radicale, e cioè all'origine ci sono mercanti di carne umana. Mi stupisce - sottolinea il vescovo - che l'Occidente non sia riuscito a creare un minimo di possibilità di intervento di fronte a continue violenze e ingiustizie».