5 maggio 2024
Aggiornato 15:00
Le «polemiche» sulla Lega

Cicchitto: «Bene parole di Bossi, inno non è in discussione»

«Questione salariale, governo non può sostituirsi a parti sociali»

ROMA - «Va valutata positivamente l'affermazione di Bossi secondo la quale non sono in discussione le questioni, che hanno riempito le pagine dei giornali di oggi, attinenti l'inno nazionale, le bandiere e i dialetti». Lo afferma in una nota Fabrizio Cicchitto, presidente dei deputati del Pdl.

«Quanto alla questione salariale - osserva Cicchitto - è bene ricordare che il governo non può sostituirsi alle parti sociali, che hanno recentemente raggiunto un'intesa su due livelli di contrattazione. Per di più oggi, nella sostanza, a fronte di un costo della vita più basso nel Sud esistono livelli salariali più alti al Nord. Di conseguenza bisogna affidarsi all'impegno delle parti per la realizzazione dei protocolli d'intesa», conclude Cicchitto.

Cosa aveva detto Bossi - «Per non parlare dei salari, delle gabbie salariali e della necessità di aumentare i salari si sono inventati che la Lega è contro l'inno italiano. Invece noi siamo per aumentare i salari e chiediamo i salari su base territoriale legandoli al costo della vita». Lo ha detto Umberto Bossi ai microfoni di Sky Tg24 il giorno dopo la tradizionale festa della Lega Nord a Ponte di Legno.

«I giornali d'estate non vendono per questo fanno qualche forzatura - ha detto il leader leghista, che spiega: «Ho detto che ero commosso per il fatto che i padani conoscessero benissimo l'inno della Padania 'Va pensiero'. Da lì uno può fare della dietrologia: se cantano Va pensiero sono contro 'Fratelli d'Italia' ma non è così».

Critiche da Famiglia Cristiana - Piovono dure critiche alla lega: «Dimenticando i veri problemi del Paese, le proposte bislacche si susseguono al ritmo di una al giorno - sottolinea 'Famiglia Cristiana' - dai presidi e professori autoctoni al dialetto a scuola (ideale per formare cittadini europei), alle gabbie salariali, ai giudici eletti dal popolo fino ai sottotitoli in dialetto delle fiction e al cambio dell'inno nazionale».