12 ottobre 2025
Aggiornato 09:30
Sentenza della Cassazione

Reato spedire scorpioni a rivale in amore, anche morti

Amante tenta di spaventare la moglie che lui non vuole lasciare

ROMA - E' reato spedire scorpioni nel tentativo di «avvelenare» la vita sentimentale della rivale in amore. Lo conferma la Cassazione. Anche se morti e come «allegato» ad una lettera che rivela il tradimento del marito, gli scorpioni «integrano», come si dice in gergo, il reato di molestie. Perciò i giudici di Firenze hanno fatto bene a condannare una delusa ma poco arrendevole cinquantacinquenne che, di fronte al rifiuto del suo amante di lasciare la moglie, ha pensato di vedersela direttamente con la «concorrente».

La sentenza di condanna ad una multa di 400 euro per il reato di molestie è stata confermata dai giudici della prima sezione penale della Corte che, senza proprio scendere «nel merito» della vicenda, hanno dichiarato inammissibile il ricorso dell'amante. Negli anni scorsi la signora, che aveva una relazione con un uomo sposato, dopo aver tentato inutilmente di convincerlo a lasciare la moglie, è passata alla riscossa. Prima telefonate anonime, poi con tanto di nome, cognome e «qualifica», per invitare la donna di «perdere ogni speranza» sul marito. Di fronte all'insuccesso delle telefonate è passata alle lettere e in due casi ha allegato alla missiva uno scorpione morto.

La scelta è caduta sull'esemplare forse più famoso nella classe degli aracnidi (la stessa categoria dei ragni) perché l'amante sapeva del terrore che la moglie ostinata aveva per gli scorpioni. Ma questa volta la donna, invece di farsi prendere dal panico, ha conservato tutto e ha presentato una denuncia. Da qui la condanna, confermata dalla Cassazione, del tribunale fiorentino nel giugno 2006. Insomma, una sentenza nel segno dei gemelli in nome dello scorpione.