20 aprile 2024
Aggiornato 11:00
CLIMA

Greenpeace, a Roma orsi polari in cerca di cibo e casa

Provocazione alla vigilia del G8

ROMA - A causa del riscaldamento globale a Roma girano orsi polari 'senzatetto', in cerca di cibo e di una casa. Sono stati avvistati ormai disperati e straccioni al Circo Massimo, a Castel Sant'Angelo, in via della Conciliazione e anche al Colosseo. Alcuni disorientati in mezzo al traffico, altri sfiniti a terra con un cartello da mendicante al collo: 'vittima del riscaldamento globale'.

Non è una notizia dell'altromondo ma una provocazione di Greenpeace alla vigilia del G8: attivisti travestiti da orsi mendicanti e con cartelli che denunciano i rischi che corre il nostro ambiente, hanno popolato le vie del centro storico della città «perché i leader non sottovalutino l`urgenza di prendere provvedimenti utili a frenare il cambiamento climatico in atto».

In estate - ricordano gli attivisti - i ghiacci della calotta polare vanno rapidamente riducendosi e gli orsi stanno letteralmente perdendo la loro casa. La perdita totale della calotta polare potrebbe avvenire già dalle estati del 2030; i ghiacciai alpini scompariranno verso il 2050-2070. A quel punto anche le vittime umane del clima saranno milioni.

«La riduzione dei ghiacci artici è la principale causa di perdita dell`habitat naturale dell`orso polare, ora a rischio estinzione per effetto del riscaldamento globale», spiega Francesco Tedesco, responsabile campagna Energia e Clima di Greenpeace, avvertendo: «È quello che potrebbe accadere al 20-30 per cento delle specie viventi il cui rischio di estinzione aumenterà se la temperatura media terrestre dovesse crescere oltre i due gradi centigradi. E oggi la scienza ci avverte che il Pianeta sta correndo verso un aumento di sei gradi al 2100».

E «continuando così, in futuro non saremo invasi da finti orsi polari senzatetto, ma da milioni di profughi ambientali», aggiunge Tedesco, che ricord ai dati: già oggi le morti nel mondo a causa dei cambiamenti climatici sono circa 300 mila all`anno e i profughi ambientali potranno salire fino a 700 milioni al 2050.

A soli cinque mesi dalla conferenza di Copenhagen, dove bisognerà trovare un accordo «salva-clima» per la riduzione delle emissioni di gas serra al 2020, Greenpeace è preoccupata che al G8 - tappa fondamentale dei negoziati - l`Italia possa giocare al ribasso. Secondo Greenpeace manca ancora una forte leadership politica per affrontare la più grave crisi ambientale della storia. Perchè - conclude Greenpeace - per salvare il pianeta da effetti climatici catastrofici occorre che la crescita delle emissioni globali di gas serra sia fermata entro il 2015, e che le emissioni siano portate il più vicino possibile allo 'ZERO' entro il 2050.