28 agosto 2025
Aggiornato 02:30
REFERENDUM

Quorum mancato, record disinteresse: vota solo il 23%

Ma è da 1997 che quesiti abrogativi non raggiungono soglia minima

ROMA - La legge elettorale resta com'è, i cittadini non hanno risposto all'appello dei promotori del referendum e l'affluenza sui tre quesiti (premio di maggioranza alla Camera, premio di maggioranza al Senato, abrogazione delle candidature multiple) si è fermata rispettivamente al 23,2% per i primi due e al 23,7% per il terzo. E' il peggior risultato di sempre nella storia dell'affluenza alle urne per i referendum abrogativi: il precedente primato negativo risale al 2005, con il 25,6% di affluenza alle urne nel referendum sulla legge sulla procreazione assistita.

Vince quindi il variegato fronte dell'astensione, la cui punta di diamante era rappresentata dalla Lega nord, che si è battuta con forza - e con successo - a suo tempo per impedire l'accorpamento della consultazione con il primo turno delle elezioni amministrative. Vince un po', come lamentano da settimane i referendari, la povertà dell'informazione: secondo un sondaggio Ispo del 15 giugno, infatti, il 53% degli italiani non sapeva neppure che il 21 e il 22 giugno si sarebbe votato per un referendum.

Ma vince soprattutto l'allergia ormai consolidata degli elettori italiani allo strumento del referendum. E' dal 1997 che i referendum abrogativi non raggiungono la soglia del 50% più uno dei votanti, necessaria perchè producano i loro effetti. Il trend insomma è confermato da più di 10 anni: la percentuale di elettori che ha votato al referendum aveva oscillato finora tra il 49% (picco più alto nel '99) quando si chiese agli italiani di abolire il voto proporzionale alla Camera e il 25,6% (picco più basso nel 2005) del referendum sulla procreazione assistita.

Gli elettori sono stati chiamati a pronunciarsi successivamente nel '99, nel 2000, nel 2001, nel 2003 e nel 2005, in tutti questi casi la percentuale di quanti si sono recati alle urne è stata inferiore al quorum, ed è avvenuto anche per il referendum sulla riforma del titolo V della Costituzione (7 ottobre 2001) dove il sì è passato con soltanto il 34,1%, perchè per questo tipo di consultazione, confermativa, il quorum non è richiesto.

Unica eccezione alla regola, la sonora bocciatura decretata nel 2006 alla riforma costituzionale cosiddetta della 'devolution': in quel caso la maggioranza di no (61,32%) si formò sulla base di un'affluenza di oltre 25 milioni di elettori, il 52,3% degli aventi diritto. Ma era anche quello un referendum confermativo, e non avrebbe avuto bisogno del quorum per essere valido.