Referendum: affluenza ai minimi, quorum sempre più un miraggio
In calo l'affluenza anche per i ballottaggi alle amministrative
ROMA - Miraggio quorum. Il maltempo che imperversa in questo primo giorno di estate, non basta a convincere gli italiani ad andare a votare per i tre quesiti del referendum di modifica della legge elettorale.
Alle 19 l'affluenza era all'11,4%, contro il 13,3% registrato alla stessa ora in occasione della consultazione sulla fecondazione.
Il prossimo dato è previsto per le 22. Le urne riapriranno domani alle 7 e chiuderanno alle 15. A quel punto il verdetto sarà definitivo: se non avrà votato il 50% più uno degli elettori, la consultazione non sarà valida.
Il presidente del comitato referendario, Giovanni Guzzetta, preferisce non commentare in dati 'in corsa', ma punta il dito contro il comportamento a suo giudizio "discutibile" del ministro dell'Interno Roberto Maroni che avrebbe intimorito molti presidenti di seggio. Guzzetta, infatti, parla di diversi casi in cui "non è stata rispettata la legge" e che i referendari sono pronti a denunciare a urne chiuse.
Si conferma in calo l'affluenza anche per i ballottaggi alle elezioni amministrative. Alle 19, secondo i dati diffusi dal Viminale, per il rinnovo dei presidenti di Provincia ha votato solo il 22,2% degli aventi diritto, contro il 32,4% della volta scorsa.
Flessione più contenuta nel voto per i sindaci: ha votato il 32,9% contro il 39,8% della passata tornata elettorale.
Tra gli italiani che hanno votato, il capo dello Stato Giorgio Napolitano e la signora Clio si sono recati nel seggio di via Panisperna, nel rione Monti di Roma, nel pomeriggio. Come annunciato, ha votato anche il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, che intorno alle 12.
30 è arrivato nel seggio della scuola Dante Alighieri di via Scrosati a Milano. Il premier ha ritirato quattro schede, tre per il referendum e una per il ballottaggio delle provinciali a Milano, dove Podestà (Pdl) sfida Penati (Pd). D'altra parte il Cavaliere aveva già spiegato che si sarebbe espresso a favore dei referendum, sebbene con il leader della Lega Umberto Bossi abbia siglato un patto di non appoggio "esplicito" alla consultazione. Nel capoluogo lombardo ha votato anche il ministro della Difesa, Ignazio La Russa che ha riferito di essersi espresso a favore di due quesiti e contro il terzo. Si è recato in serata alle urne a Palermo il presidente del Senato, Renato Schifani, che ha ritirato tutte le schede.
Alle urne si sono ovviamente presentati i due leader referendari: il presidente del Comitato promotore Giovanni Guzzetta ha votato stamattina alle 11.30 al seggio di via Boezio a Roma, mentre il coordinatore del Comitato, Mario Segni ha votato di buon mattino, alle 8.30, nella sua Sassari.
Tra i 'big' della politica attesi alle urne c'è il presidente della Camera Gianfranco Fini, convinto sostenitore della consultazione, che vota nel seggio di via Novara. Ai seggi domani, il segretario del Partito democratico, Dario Franceschini, che voterà in via Lavatore, a Roma, nei pressi di piazza Fontana di Trevi. Ha votato invece questa mattina il suo predecessore, Walter Veltroni. Non si è recato al seggio, in controtendenza con la linea del partito, il presidente del Copasir, Francesco Rutelli.