15 ottobre 2025
Aggiornato 03:00
Partito Democratico

Giovedì Franceschini vedrà Schlutz, verso nuovo gruppo in UE

Domani incontra i nuovi eletti Democratici per sondare umori

ROMA - L'appuntamento è fissato per giovedì mattina a Bruxelles. Il segretario del Pd, Dario Franceschini, incontrerà il capogruppo del Pse, Martin Schultz per discutere della collocazione del Pd e della costituzione del nuovo gruppo parlamentare, quell'Alleanza dei socialisti e dei democratici per cui ha lavorato in questi mesi insieme a Piero Fassino e il responsabile Esteri lo accompagnerà in questo viaggio. Domani mattina intanto il segretario ha convocato tutti gli eletti del Pd al Parlamento europeo nella sede del partito per sondarne gli umori e fare un primo punto proprio in vista degli incontri di Bruxelles.

Non è un mistero che il risultato elettorale deludente per le formazioni socialiste in tutta Europa e, di contro, la tenuta del Pd, che è tra i primi partiti per voti e per eletti, tra quelli di centrosinistra a Strasburgo, ha riaperto il dibattito interno ai Democratici. Per primi gli ex popolari, come Franco Marini e Beppe Fioroni, hanno rilanciato l'ipotesi del gruppo autonomo federato al Pse. E oggi anche i rutelliani, come Gianni Vernetti, tornano a battere sul punto, «entrare nel Pse sarebbe un errore«, dice, facendo notare i risultati deludenti dei socialisti europei e quelli non tanto edificanti del Pd. Sull'altro fronte, quello degli ex Ds, si osserva invece come «gli equilibri nel gruppo non consentono di modificare la scelta dell'alleanza coi socialisti«, dal momento che gli eletti della ex Margherita sono in minoranza.

In questa ottica, però, l'incontro di giovedì non sarà quello risolutivo della questione, ma di sicuro, come aveva spiegato lo stesso Franceschini in campagna elettorale, l'esito non dovrebbe essere diverso da quello di dar vita ad un gruppo nuovo, con un simbolo nuovo e delle modifiche allo Statuto per permettere l'ingresso delle altre forze del campo progressista presenti in Europa e riuscire così a bilanciare i rapporti di forza con il Ppe, forte dei consensi ottenuti dai conservatori in tutta Europa.