29 marzo 2024
Aggiornato 00:00
AUSL FO

Pestelli a conferenza mondiale PVS

Unico rappresentante italiano alla prima conferenza mondiale dei medici fisiatri che operano in Paesi rurali ed in via di sviluppo

FORLI' - Il dottor Germano Pestelli, direttore dell’U.O. di Riabilitazione dell’Ausl di Forli, sarà l’unico rappresentante italiano alla prima conferenza mondiale dei medici fisiatri che operano in Paesi Rurali ed in Via di Sviluppo, in programma a Kayseri, in Turchia, dal 9 all 11 giugno.

Nel corso dei lavori della conferenza, che raduna circa 100 medici da altrettanti paesi, il dottor Pestelli presenterà sia quanto fatto dal team della Riabilitazione dell’azienda forlivese nel settore della formazione di terapisti e medici in Albania ed Etiopia, sia il progetto ausili per disabili attuato a Scutari dal 2004. Dal 2000, infatti,a varie riprese, operatori sanitari dell’Ausl Forli effettuano missioni umanitarie in Etiopia ed Albania.

La prima conferenza mondiale, il cui promotore è stato il medico americano prof. Andrew Haig, Direttore della Riabilitazione dell’Università del Michigan, si prefigge di fare il punto su quanti medici operano e con quali programmi nei paesi rurali e in via di sviluppo. In seconda battuta, si creeranno dei gruppi di lavoro nei diversi continenti con l’obiettivo di spingere nazioni o gruppi di nazioni più industrializzate ad adottare alcuni paesi in via di sviluppo, dove portare un efficace contributo di formazione, oltre che aiuti sanitari pratici. Questo attraverso i contatti con governi, ministeri, istituzioni e scuole sia dei paesi terzi sia di quelli maggiormente sviluppati.

Recentemente, il dottor Pestelli è stato nominato referente della Società Italiana di Riabilitazione nel settore della cooperazione internazionale per il Ministero italiano degli Esteri.
Se il medico forlivese ha potuto raggiungere un simile traguardo, il merito è anche dell’Ausl di Forli, che ha saputo cogliere la necessità di avvicinarsi al mondo della solidarietà, creando un apposito centro studi e permettendo ai suoi dipendenti di poter effettuare missioni umanitarie verso paesi in via di sviluppo.