9 dicembre 2024
Aggiornato 18:00

Giustizia, ANM a Premier: Basta insulti, ascolti Napolitano

«Adotteremo ogni iniziativa idonea a tutela credibilità toghe»

ROMA - L'Anm replica alle parole del premier Silvio Berlusconi sulla magistratura, chiedendo che cessi lo «stillicidio di insulti e invettive» contro le toghe e richiamando chi ricopre «incarichi istituzionali» ad ascoltare il monito del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano di qualche giorno fa, quando aveva invitato chi svolge attività politica a «non abbandonarsi a forme di contestazione sommaria e generalizzata dell'operato della magistratura».

«Il Presidente del Consiglio dei ministri - scrivono in una nota Luca Palamara, Giuseppe Cascini e Gioacchino Natoli, rispettivamente presidente, segretario e vicepresidente dell'Anm - torna ancora una volta ad usare espressioni denigratorie nei confronti dell'ordine giudiziario nel suo complesso. La magistratura non intende lasciarsi trascinare in una contrapposizione politico-elettorale, ma ha il dovere di non assuefarsi a questi metodi e di dire basta allo stillicidio di insulti e invettive, che fa male al Paese e alle sue istituzioni. Nelle prossime riunioni degli organi rappresentativi dell'Associazione nazionale magistrati, adotteremo ogni iniziativa idonea a tutela della credibilità dell'ordine giudiziario».

«Intendiamo però fin d'ora richiamare le parole pronunciate appena qualche giorno fa dal Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano - prosegue l'Anm - nelle quali ci riconosciamo pienamente: 'La politica e la giustizia, i protagonisti, e ancor più le istanze rappresentative, dell'una e dell'altra, non possono percepirsi ed esprimersi come mondi ostili, guidati dal sospetto reciproco, anziché uniti in una comune responsabilità istituzionale (…) Chi svolge attività politica non solo ha il diritto di difendersi e di esigere garanzie quando sia chiamato personalmente in causa, ma non può rinunciare alla sua libertà di giudizio nei confronti di indirizzi e provvedimenti giudiziari. Ha però il dovere di non abbandonarsi a forme di contestazione sommaria e generalizzata dell'operato della magistratura; e deve liberarsi dalla tendenza a considerare la politica in quanto tale, o la politica di una parte, bersaglio di un complotto da parte della magistratura'».

«Confidiamo che il monito del Presidente trovi ascolto in tutti coloro che hanno responsabilità istituzionali», conclude l'Associazione nazionale magistrati.