25 aprile 2024
Aggiornato 19:30
Giustizia

CSM: «Procure a rischio paralisi, si intervenga subito»

Cinque uffici sono già senza PM. Le richieste ad Alfano

ROMA - C'è una situazione «di grave scopertura degli organici» in molte Procure d'Italia che «rischia di determinare la paralisi dell'attività inquirente» in diversi uffici. Già oggi in 5 sedi mancano i pm: è il caso delle Procure per i minorenni di Reggio Calabria e Caltanissetta, ma anche delle Procure ordinarie di Lanusei (Cagliari), Voghera (Milano) e Saluzzo (Torino). Un quadro a tinte fosche, avverte il Csm, che lascia prevedere «a breve un azzeramento degli organici di diversi uffici giudiziari requirenti» con la conseguente «momentanea paralisi» delle indagini penali.

L'allarme è contenuto in una delibera sugli organici nelle Procure approvata oggi dal plenum di Palazzo dei Marescialli a larghissima maggioranza, contrario soltanto il laico di centrodestra Gianfranco Anedda, mentre si è astenuto il collega Michele Saponara, anche lui del Pdl. Nel documento i consiglieri di Palazzo dei Marescialli chiedono al governo «interventi urgenti e mirati». Rivolgendo, tra l'altro, un invito al ministro della Giustizia, Angelino Alfano: per evitare la 'paralisi' bisogna limitare anche le richieste di destinazione di magistrati a funzioni diverse da quelle giudiziarie. «Pur riconoscendosi l'importante apporto che la magistratura fornisce con il collocamento fuori ruolo dei magistrati al funzionamento di fondamentali apparati dello Stato - scrive il Csm - deve oggi considerarsi prioritaria la necessità di garantire la copertura degli uffici requirenti e, in particolare, di quelli più impegnati nel contrasto alla criminalità organizzata e comune».

Per coprire i posti vacanti «non si può dire che non si siano fatti passi in avanti», riconosce il Csm, convinto però che «l'attuale scenario continua a essere allarmante»: «I limiti al passaggio di funzioni e il divieto di assegnazione dei nuovi magistrati alle Procure» possono portare ad «una momentanea paralisi dell'attività d'indagine e dell'intera giurisdizione penale, a partire dalle sedi del Sud e delle Isole, ma anche di alcune del Centro e del Nord, con tendenza ad estendersi dappertutto». Di fronte a questo rischio servono «interventi legislativi urgenti e mirati».

Interventi che i consiglieri di Palazzo dei Marescialli indicano. Come quello di ripensare la norma che impedisce di destinare i magistrati di prima nomina agli uffici requirenti, assieme ad «una nuova e più meditata riflessione sul tirocinio». Necessario, poi, è «procedere quanto prima a una rideterminazione della geografia giudiziaria del Paese», eliminando gli uffici giudiziari che abbiano un organico inferiore a 10 persone. Va anche rivisto, secondo il Csm, l'istituto dell'applicazione e si può prevedere di ampliare le deroghe ai divieti di passaggio da una funzione all'altra «estendendola almeno temporaneamente ai trasferimenti d'ufficio, previa disponibilità o consenso».