16 aprile 2024
Aggiornato 18:30
Politica ed Etica

Fini: No a leggi orientate dalla fede. La Chiesa non ci sta

Monsignor Sgreccia: «Non sono precetti, ma diritti inviolabili»

ROMA - I temi di bioetica tornano a dividere la politica e la Chiesa. Il presidente della Camera, Gianfranco Fini, rilancia: «Il Parlamento deve fare leggi non orientate da precetti di tipo religioso». E subito il dibattito s'accende.

«I temi sui quali il mondo cattolico intende portare il suo contributo - risponde monsignor Elio Sgreccia, presidente emerito della Pontificia Accademia per la Vita - sono temi non definibili come precetti religiosi; sono temi che riguardano i diritti fondamentali dell'uomo, come il diritto alla vita, il rispetto della vita, i diritti che riguardano l'unità del matrimonio e della famiglia. Non sono precetti religiosi, ma sono iscritti nella natura umana, difendibili con la ragione e iscritti anche nella Costituzione». Il vescovo invita inoltre a «non alzare steccati perchè i cattolici hanno tutte le carte in regole per lanciare appelli su famiglia, contro l'eutanasia, contro la gravità aborto e per il diritto alla vita».

Il riferimento alla laicità dello Stato non è piaciuto a Pier Ferdinando Casini, secondo cui «i valori e i principi rischiano di essere messi al bando dalla politica». «Per fortuna che in Parlamento - ha detto Casini - c'è ancora qualcuno che vuole fare battaglie su valori e principi che ormai non hanno diritto di cittadinanza in politica». Per Luca Volontè, «Fini oggi compie il peggiore attacco laicista della storia repubblicana», compiendo «un attacco indegno e insopportabile in una parola, antidemocratico».

Per Mario Scialoja, leader della Lega Musulmana Mondiale, «è giusta la separazione tra Chiesa e Stato, perchè lo Stato è una cosa e la religione è un'altra. Tuttavia - ritiene - è chiaro che lo Stato e il Parlamento sono certamente liberi di legiferare su qualsiasi tema, facendo però attenzione a non offendere i sentimenti religiosi del popolo italiano e tenendo conto che alcuni precetti fondamentali, come la sacralità della vita, devono essere tenuti in considerazione anche da uno Stato laico».

Pieno apprezzamento per la dichiarazione del presidente Fini arriva da Maria Bonafede, moderatore della Tavola Valdese, secondo cui «il Parlamento deve ascoltare tutte le voci che nascono dalla società civile anche delle Chiese, ma deve essere poi autonomo nel suo legiferare. L'intervento di Fini va in questa direzione - conclude Bonafede - ovvero di una ribadita laicità dello Stato, quindi è apprezzabile».