23 aprile 2024
Aggiornato 08:30

Immigrati: La Russa contro l'Onu, l'ira delle opposizioni

Il ministro: «Unhcr ha offeso militari, chieda scusa»

ROMA - Il ministro della Difesa Ignazio La Russa prende a 'cannonate' polemiche l'Unhcr, organismo Onu per i rifugiati, e la sua portavoce italiana Laura Boldrini: le opposizioni insorgono, e l'epiteto più frequente che indirizzano all'esponente governativo è «fascista», ma il Pdl lo difende con Maurizio Gasparri: «il ministro ha ragione», dice, e l'Onu pensi all'Iran. L'Unhcr, che da giorni preme sul Governo perché restituisca ai migranti il diritto a essere identificati e quindi eventualmente a fare domanda d'asilo, «non conta un fico secco», ha detto La Russa ieri mattina, e in Italia «è rappresentato da un'esponente di Rifondazione comunista».

Poi, nella serata di ieri, il ministro è tornato sull'argomento. Chi, come l'Unhcr, parla di «iniziative inumane» in riferimento ai respingimenti dei migranti da parte di navi della Marina militare «sbaglia e credo che dovrebbe chiedere scusa», ha detto, replicando alle accuse dell'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati che ha condannato le operazioni di riaccompagnamento dei migranti volute dal governo italiano. Durante il viaggio di trasferimento a Tripoli, dove parteciperà ai lavori dell'Iniziativa 5+5, La Russa ha detto di non poter tollerare «nessuna accusa di attività inumana rivolta ai militari, ai marinai, che stanno rispettando la legge del mare, accogliendo e riportando nel porto più vicino i migranti che vengono intercettati in acque extraterritoriali, come vuole la legge del mare».

Solo questa, secondo La Russa, è l'attività che i militari italiani stanno svolgendo. «Chi parla di iniziative inumane, attività non umanitarie, sbaglia e credo che dovrebbe chiedere scusa perchè sa benissimo che è molto più corretto riaccompagnare nel porto più sicuro e vicino piuttosto che costringere gli immigrati clandestini a un lungo percorso verso l'Italia e a un restringimento nei Centri di identificazione ed espulsione, dove la loro libertà viene limitata e dove al termine del periodo vengono identificati ed espulsi», ha sottolineato il ministro.

Per La Russa, viceversa, «è molto meglio e più umano riaccompagnarli subito piuttosto che sottoporli a un percorso sicuramente meno umano che conduce all'espulsione». «Ma quello che mi interessa sottolineare», ha insistito il ministro della Difesa, «è che i marinai stanno svolgendo solo compiti umanitari previsti dalla legge del mare».