20 aprile 2024
Aggiornato 07:30

Nasce un documento di «Buone prassi» sulla raccolta fondi face-to-face

Per garantire maggiore trasparenza e affidabilità nella raccolta fondi realizzata

ROMA — Amnesty International, Greenpeace, Medici Senza Frontiere, Save the Children e l'Alto Commissariato delle Nazione Unite per i Rifugiati (UNHCR) firmano un documento di 'Buone Prassi' per garantire maggiore trasparenza e affidabilità nella raccolta fondi realizzata mediante la tecnica del 'face-to face'. Per la prima volta, nell’ambito del fundraising, alcune tra le maggiori organizzazioni internazionali hanno lavorato insieme per dotarsi di uno strumento di autoregolamentazione.

Il settore del non profit italiano ha visto crescere, con sempre maggiore rilevanza negli ultimi cinque anni, l’attività di raccolta fondi basato sul ‘face-to-face’. Ispirandosi al «Codes of Fundraising Practices» dell’Institute of Fundraising britannico, alcune tra le maggiori Organizzazioni No Profit (ONP) presenti in Italia, hanno sentito l’esigenza di dotarsi di linee guida per delineare le «Buone Prassi», da condividere e applicare nell’ambito del ‘face-to-face’. Ciò a tutela del donatore, dell’organizzazione ed anche del personale coinvolto: i dialogatori.

Il ‘Face-to-face’, conosciuto anche come dialogo diretto, è una modalità di raccolta fondi basata sul’invito personale a effettuare donazioni regolari tramite domiciliazione bancaria o postale o carta di credito. L’attività si svolge prevalentemente in strada, in un luogo di pubblico accesso, o porta a porta e costituisce un mezzo efficace ed efficiente attraverso il quale le persone possono sostenere le ONP.

Le organizzazioni firmatarie di questo protocollo considerano «l’accountability» e la trasparenza nei confronti del pubblico di fondamentale importanza. Per questo i contenuti principali del documento sono tesi a garantire una formazione di qualità ai dialogatori e adeguate regole di comportamento e approccio. Inoltre i dialogatori devono avere un’immediata e certa riconoscibilità da parte del pubblico e sono tenuti a fornire ai potenziali sostenitori informazioni chiare e precise sulla causa e sulle attività a cui è destinata la raccolta fondi.

Le organizzazioni promotrici auspicano che questa iniziativa sia il primo passo verso una più ampia partecipazione e condivisione, e anche per questa ragione hanno richiesto il patrocinio dell’Associazione Italiana Fundraisers (Assif).