12 ottobre 2025
Aggiornato 01:30
Ddl sicurezza

Franceschini: «Mettono fiducia su norme incostituzionali»

«Si scandalizzano perchè ho parlato di leggi razziali, ma è così»

ROMA - La fiducia posta dal Governo sul ddl sicurezza «porta indietro l'orologio del tempo» e blinda norme di dubbia costituzionalità. Il segretario del Pd, Dario Franceschini, partecipando ad una iniziativa del partito sul G8 e sulla globalizzazione, critica le misure contenute nel ddl sicurezza e polemizza con il Governo.

Anche se, spiega, vengono eliminate le norme che permettono ai medici di denunciare i clandestini che ricorrono alle loro cure o quelle che impongono ai maestri di denunciare i clandestini che mandano a scuola i loro figli, il provvedimento rimane comunque discriminatorio dal momento che introduce il reato di clandestinità: «Viene introdotto il reato di clandestinità, che non è solo contro il buon senso, ma è contro la Costituzione, dal momento che la nostra Carta attribuisce alcuni diritti inviolabili non solo ai cittadini ma alla persona in quanto tale».

Da questo punto di vista, continua, «l'eliminazione delle norme sui medici e sugli insegnanti non risolve nulla. Il figlio di un immigrato clandestino è il figlio di uno che ha commesso un reato». Franceschini, quindi replica agli esponenti del centrodestra che lo hanno attaccato oggi per aver fatto un paragone con le leggi razziali del '38: «Ho detto una cosa che ha destato scalpore, ma che mi sembra normale. C'è già stata una stagione nel nostro Paese in cui i bambini venivamo mandati via da scuola perchè avevano una religione diversa. Non vorrei che tornassimo alle leggi razziali».