Fini: «No a politiche discriminatorie contro immigrati»
«Senza la integrazione rischia tutta la nostra società»
San Donà di Piave (Venezia) - Il problema degli immigrati in Italia non è solo quello legato al lavoro, ma anche a quello di «come vengono integrati gli stranieri». Ne è convinto il presidente della Camera Gianfranco Fini, che avverte: se non si integrano «il rischio è per la nostra società» per questo occorre «non dare vita a politiche discriminatorie».
Sul tema il presidente della Camera si è soffermato in un incontro con gli studenti dell'istituto superiore «Leon Battista Alberti» a San Donà di Piave (Venezia). Il problema dell'immigrazione, fa presente Fini, non è quello delle battute del «cretino a cui bisogna lavargli il cervello» ma del «razzismo, della diffidenza, dell'xenofobia». E' chiaro «che non possiamo accogliere tutti quelli che lo chiedono ma solo chi ha un lavoro o chi è perseguitato - precisa - ma il problema vero è quello del lavoro nero e la colpa è anche di chi sfrutta queste persone e viola la legge e la Costituzione. Degli stranieri non possiamo farne a meno, anche le aziende del Veneto ne hanno bisogno».
«La grande sfida culturale del futuro - aggiunge Fini - è quella di evitare che ci siano forme apparenti di integrazione » ma soprattutto «non dare vita a politiche che siano discriminatorie». A sostegno di questa tesi il presidente prende come esempio la norma che prevede l'obbligo di denuncia da parte dei medici dei clandestini che si recano in ospedale: «Con questa nuova influenza che viene dal Messico - si chiede Fini rivolgendosi agli studenti - pensate che uno straniero che teme di avere la malattia andrà a farsi visitare al Pronto soccorso se non ha il permesso di soggiorno? No, semmai andrà dallo sciamano. Capite bene che il rischio è per tutta la nostra società».