12 ottobre 2025
Aggiornato 12:00

Ronchi: La verità è che la strategia di Lisbona nell’UE interessa a pochi

«È triste ammetterlo, ma l’assenza di molti dei miei colleghi ministri e dei coordinatori è la prova»

PRAGA - Il ministro per le Politiche europee, Andrea Ronchi, a Praga per la riunione di coordinatori della strategia di Lisbona, in apertura del suo intervento ha denunciato «il disinteresse e lo scarso impegno dei colleghi europei» viste le numerose defezioni e la presenza in aula di un numero di delegati di poco superiore alla metà: «È triste ammetterlo, ma l’assenza di molti dei miei colleghi ministri e dei coordinatori è la prova che tanti stati europei non credono fino in fondo alle opportunità che offre la Strategia di Lisbona», ha commentato Ronchi.

Continuando il suo intervento, il ministro ha poi portato l’attenzione sulle priorità da affrontare. In primis la semplificazione degli obiettivi «perché in ventiquattro linee guida, quattro aree prioritarie, e un numero variabile di raccomandazioni specifiche, ogni stato membro può trovare spazio per giustificare le proprie scelte, e d’altro canto non si ottiene alcuna concentrazione degli sforzi». Al contrario, ha proseguito Ronchi, «servono poche priorità chiare che facilitino il coordinamento, concentrino gli sforzi, e rendano più efficace la strategia».

Altro punto nodale il futuro e la tutela dell’industria manifatturiera e il rilancio della competitività europea. Il ministro Ronchi ha richiamato la necessità che la strategia di Lisbona prenda atto della situazione di crisi e promuova alla luce di questo nuove politiche economiche: «Anche perché se si blocca il settore manifatturiero le conseguenze si trasmettono a tutti i settori, compresi i servizi. Per questo - ha concluso il ministro per le Politiche europee - deve essere chiaro che la strategia di Lisbona va rifocalizzata per dare maggiore peso e maggiore importanza al futuro del settore manifatturiero».