19 aprile 2024
Aggiornato 04:00

Associazioni su caccia: Appello a Commissione Agricoltura Camera

“Approvi gli emendamenti per fermare l’allungamento dei tempi di caccia ed eviti all’Italia una nuova stagione di caos”

ROMA - Animalisti italiani, Amici della Terra, Enpa, Fare Verde, Greenpeace, Italia Nostra, Lac, Lav, Legambiente, Lipu, WWF e altre 10 associazioni si appellano alla Commissione Agricoltura della Camera dei deputati: «Approvi gli emendamenti per fermare l’allungamento dei tempi di caccia ed eviti all’Italia una nuova stagione di caos».

«Chiediamo all’onorevole Paolo Russo, presidente della XIII Commissione Agricoltura della Camera, e a tutti i parlamentari che compongono la Commissione di fare propri e votare gli emendamenti all’articolo 16 della Legge Comunitaria, presentati da deputati di maggioranza e opposizione per consentire il corretto recepimento della direttiva Uccelli (79/409) e il superamento delle procedure d’infrazione in atto contro l’Italia in materia di caccia».

Così il cartello di venti associazioni tra cui Animalisti italiani, Amici della Terra, Enpa, Fare Verde, Italia Nostra, Lac, Lav, Legambiente, Lipu e WWF si rivolge ai parlamentari della Commissione Agricoltura chiamata a discutere proprio in queste ore della legge comunitaria (C.2320) nella quale si voterà la modifica della legge 157 sulla caccia.

«E’ anzitutto indispensabile sanare la grave ferita alla 157 inferta al Senato con l’emendamento dei senatori Carrara e Vetrella che ha indebitamente cancellato dalla legge nazionale il limite temporale 1 settembre – 31 gennaio, prevedendo un allargamento della stagione di caccia, in particolare ai mesi di febbraio e di agosto, che rappresenterebbe un nuova fortissima pressione sugli uccelli migratori e un concreto pericolo per la stessa sicurezza degli italiani.

«Un emendamento, il Carrara-Vetrella, che peraltro appare del tutto inammissibile con i regolamenti della legge Comunitaria (che prevedono unicamente interventi su quelle parti della legislazione che sono oggetto di contestazioni comunitarie) e che anzi va ad aprire le porte a nuove procedure di infrazione e un vero e proprio caos normativo a livello regionale».