4 maggio 2024
Aggiornato 11:00

Stupri, Milano: violentano quindicenne. Arrestati 17enne e 23enne

Il minore ne abusa più volte in solaio, l'altro fa da palo

MILANO - Sono uno studente di 17 anni, italiano di origini venezuelana, A.V.P.G., e un ventitrenne ecuadoregno, irregolare e pregiudicato per reati contro il patrimonio e porto abusivo di armi, E.G.M., detto 'Master', le due persone in stato di fermo per lo stupro di una studentessa di 15 anni italiana di origine peruviana, compiuto la sera del 26 marzo scorso nel solaio di un grande complesso residenziale di via Marco D'Agrate 19, in zona Corvetto a Milano.

I due sono stati bloccati il 30 marzo scorso dagli agenti del commissariato Monforte. Il fermo del minore, autore materiale dello stupro, è stato convalidato dal gip del Tribunale dei minorenni di Milano, mentre si è in attesa della decisione per il maggiorenne, ritenuto dagli investigatori complice del diciassettenne, per aver impedito alla ragazza di scappare e aver assistito alle ripetute, brutali, violenze sessuali che si sono protratte per oltre mezz'ora.

La vicenda ha inizio intorno alle 22.30 del 26 marzo scorso, quando la ragazzina, dopo qualche bicchiere di troppo, esce da una festa a casa di un amico in zona Corvetto. Non si sente benissimo e per strada incontra i due che conosce di vista e che erano alla festa e si offrono di accompagnarla a casa. In auto la portano invece in via Marco D'Agrate 19, dove entrambi abitano con le famiglie in due diversi appartamenti sullo stesso pianerottolo, e si dirigono verso il solaio di proprietà condominiale.

Il diciassettenne scende nel suo appartamento per prendere le chiavi dell'abbaino, mentre il maggiorenne rimane con la ragazza, poi il minore risale entrano nel solaio e si chiudono dentro. Il ventitrenne, il più ubriaco dei tre, si mette davanti alla porta impedendo di uscire alla ragazza che cerca di respingere le ripetute avances del diciassettenne che cerca di baciarla e la palpeggia. Poi la situazione degenera definitivamente: il minore le cala di forza i jeans e per oltre mezz'ora abusa in ogni modo della ragazzina provocandole gravi lesioni interne, come accerterà il giorno seguente il Centro soccorso violenze sessuali della Clinica Mangiagalli di Milano.

Finito lo stupro i due abbandonano la ragazza e se ne tornano a casa. Lei, disperata, riesce a raggiungere a piedi casa sua, sempre in zona, e racconta tutto alla madre. Proprio con lei il giorno dopo si reca a fare una dettagliata denuncia al Commissariato di zona e, dopo i riscontri che confermano l'esatta dinamica dell'accaduto, scatta l'indagine e nel giro di tre giorni gli agenti fermano i due, che ora si trovano rispettivamente nel carcere di San Vittore e nell'istituto minorile Beccaria. In commissariato i due fermati non solo non hanno dimostrato alcun segno di pentimento, ma hanno dato l'impressione agli agenti che li interrogavano di non essersi nemmeno resi conto della gravità di ciò che avevano compiuto. Il diciassettenne ha espresso un'unica preoccupazione: «In carcere potrò tenere il pearcing?».