19 aprile 2024
Aggiornato 21:30

Beni confiscati, Maroni: E' importante sottrarli già nella fase di sequestro

Il ministro dell'Interno ha presieduto a Reggio Calabria una riunione operativa sul contrasto alla criminalità organizzata

REGGIO CALABRIA - «Dall'incontro di oggi sono emersi tanti spunti interessanti e utili suggerimenti sull'aggressione al patrimonio della criminalità, sulla prevenzione dei reati e sulla protezione di chi subisce l'azione della criminalità». Lo ha detto il ministro dell'Interno Roberto Maroni, a conclusione del vertice operativo svoltosi a Reggio Calabria. Oltre al ministro hanno partecipato il sottosegretario all'Interno Francesco Nitto Palma, il capo della Procura nazionale antimafia Pietro Grasso, il Capo della polizia Antonio Manganelli, i vertici delle forze dell'ordine. Presenti anche il sindaco della città Giuseppe Scopelliti e il presidente della Provincia Giuseppe Morabito.

Prefettura di Reggio Calabria «Abbiamo voluto la presenza degli amministratori - ha detto Maroni - perchè anche i sindaci e i presidenti delle Province possano utilmente partecipare all'azione di controllo del territorio attraverso l'utilizzo di strumenti come le ordinanze, il potenziamento della videosorveglianza e la garanzia della sicurezza urbana».

«Nel 2008 i sequestri di beni ai mafiosi si sono quasi triplicati, passando da 1,5 a 4,3 miliardi di euro. L'auspicio - ha aggiunto - è che nel 2009 si possano ulteriormente migliorare questi dati». Secondo Maroni, «è importante sottrarre, già nella fase di sequestro, i beni ai mafiosi».

La Squadra mobile di Reggio Calabria sarà potenziata con venti nuovi investigatori. «Si tratta - ha spiegato il ministro - di un segnale molto importante che si aggiunge al presidio dei carabinieri che sono 1.800, con una media di uno ogni 332 abitanti, più del doppio di quella italiana. Il potenziamento riguarderà anche la Guardia di Finanza con presenze rafforzate che verranno annunciate prossimamente nei dettagli».

«Questo concentramento delle forze dell'ordine - ha affermato - sottolinea gli sforzi e l'impegno che lo Stato mette nel contrasto alla criminalità organizzata».

Il ministro Maroni ha poi definito «una tragedia immane fuori dalla nostra conoscenza e al di fuori della possibilità d'intervenire» quella avvenuta ieri al largo delle coste nordafricane. «Mi aspetto che il governo libico, espletate tutte le procedure che abbiamo deciso di fare comunemente, dia seguito agli accordi intrapresi. Non ho motivo di dubitarlo».

«Noi controlliamo e gestiamo coloro che a bordo dei barconi arrivano nelle acque di competenza italiana. Diamo soccorso e sostegno. Non possiamo che auspicare che lo stesso venga fatto da altri per evitare tragedie che addolorano tutti. Facciamo tutto questo - ha detto - anche se sappiamo che altri, che dovrebbero intervenire, girano la testa dall'altra parte. Per quanto ci riguarda anteponiamo ai confini territoriali e ai trattati la vita umana».

«Non chiudiamo gli occhi sul fenomeno dell'immigrazione. Anzi li teniamo bene aperti su tutte le situazioni di criticità. Ci sono concentrazioni di presenze di immigrati - ha aggiunto Maroni - sulle quali stiamo intervenendo al di là delle irregolarità o meno: vogliamo comunque rimpatriare i clandestini e cerchiamo di aiutare chi arriva, mettendo sempre al centro la dignità della persona».