3 ottobre 2025
Aggiornato 10:30
Firmato un protocollo per favorire la destinazione a fini sociali dei beni sottratti alla criminalità

Una coop contro i Casalesi

Nascerà a Casal di Principe in memoria di Don Peppe Diana sui terreni confiscati alla camorra

NAPOLI - Favorire la destinazione e l'utilizzo a fini sociali e produttivi dei beni confiscati alla camorra attraverso la costituzione di cooperative sociali. Questo lo scopo del protocollo d'intesa che, nel XV anniversario dell'assassinio di don Giuseppe Diana, il parroco di Casal di Principe ucciso dalla criminalità organizzata nel 1994, è stato siglato oggi a Casal di Principe (CE) dal Commissario Straordinario per la gestione e la destinazione dei beni confiscati ad organizzazioni criminali Antonio Maruccia, dal Presidente della Regione Campania Antonio Bassolino, dal Prefetto di Caserta Ezio Monaco, dal Presidente della Provincia Alessandro De Franciscis, dal Sindaco di Castel Volturno Francesco Nuzzo, dal Sindaco di Cancello ed Arnone Pasqualino Emerito, dal Direttore Generale ASL Ce/2 di Aversa Antonietta Costantini, da don Luigi Ciotti dell'Associazione Libera, da Valerio Taglione del Comitato don Peppe Diana e dall'Agenzia Cooperare con Libera Terra.

La cooperativa sociale 'Libera terra' che nascerà nei comuni di Castel Volturno e Cancello Arnone e che sarà dedicata a Don Peppe Diana, opererà su terreni confiscati alla camorra. Su gli oltre 20 ettari si produrrà mozzarella ma anche altri prodotti che 'avranno lo straordinario valore aggiunto della legalita' proponendo anche occasioni di turismo.

Tra i partecipanti al corteo per ricordare il sacrificio di Don Peppe Diana che ha sfilato nelle vie cittadine, Don Ciotti ha sottolineato l'attualità del massaggio del sacerdote ucciso: «Bisogna capire che la camorra, le mafie, sono un problema nazionale - ha detto don Ciotti - e bisogna anche capire che la prima mafia da combattere è quella delle parole. La vera lotta si fa con i fatti».

Il presidente della regione Campania Antonio Basolino ricordando che «Casal di Principe non è solo la città del boss Sandokan» ha inteso evidenziare che è anche la città di «tante persone oneste. Qui ci sono tanti ragazzi che vogliono essere liberi dall'oppressione camorristica e mafiosa. Perciò c'è bisogno di camminare insieme, di non fermarsi, di portare avanti una battaglia che duri ogni giorno, 365 giorni all'anno, così ce la faremo a contrastare e a sconfiggere la camorra».