29 marzo 2024
Aggiornato 16:30

'Ndrangheta, Gratteri: una grande risposta dopo strage Duisburg

Procuratore aggiunto Dda Reggio: continuare a tutti i livelli

REGGIO CALABRIA - L'arresto di Giovanni Strangio, presunto killer della strage di ferragosto del 2007 «è un'operazione importante che ha dato una grande risposta del dopo Duisburg. Adesso bisogna continuare con tutti i livelli», è questo il commento, soddisfatto, del procuratore aggiunto della Dda di Reggio Calabria, Nicola Gratteri. E' uno dei magistrati impegnati in prima linea contro la 'ndrangheta, che combatte da 21 anni, «da quando - dice - sono entrato in magistratura», e che quindi ha seguito dall'inizio le indagini sulla faida di San Luca.

«L'Italia - spiega il magistrato - è l'unico paese al mondo che ha quattro mafie: la 'ndrangheta, Cosa Nostra, la camorra e la Sacra corona unita. A questo si aggiungono una criminalità organizzata e comune molto diffuse. Sul piano normativo l'Italia rispetto agli altri paesi del mondo è molto avanzata, anche se era molto più avanti subito dopo le stragi di via Capaci e di via D'Amelio. Allora aveva risposto non solo con più mezzi e con più uomini, ma anche dal punto di vista normativo. Dal '92 - '93 in poi c'è stato un lento ma inesorabile sgretolamento della legislazione antimafia. Sono state introdotte tante piccole modifiche al codice di procedura penale, soprattutto per quanto riguarda il dibattimento».

La 'Ndrangheta è insidiosa, pericolosa e i pentiti sono pochi: «Mille collaboratori di giustizia hanno accusato la mafia, duemila la camorra, seicento,settecento la Sacra corona unita e meno di cento le n'drine», spiega Gratteri, aggiungendo:«Fra questi i capi locali sono due Franco Pino di Cosenza e Filippo Barreca di Pellaio. Gli altri sono tutti figure intermedie o piccole, quali killer, corrieri di droga, gente di basso rango. Comunque nessuno che appartenga all'élite della 'ndrangheta che potesse imprimere una svolta». Questo perchè le 'ndrine mantengono la loro struttura, e «per parlare si dovrebbero denunciare 250 parenti. Eppoi calcoli che oggi fare il collaboratore di giustizia non conviene. Si esce prima dal carcere facendo il rito abbreviato e il patteggiamento».

Ma all'estero sul piano della legislazione antimafia sono quasi all'anno zero, «e purtroppo la 'Ndrangheta è quella che meglio di tutte ha capito il meccanismo dell'Unione Europea. Si muove fra Germania Belgio e Olanda come se fosse in Italia», spiega Gratteri. «Ad esempio Nell'agosto del 2006 - continua il magistrato - ho arrestato sei latitanti fra Germania, Belgio e Olanda, sei individui che nella stessa giornata si spostavano fra i tre Paesi. In Germania non c'è il reato di associazione a delinquere, non è sviluppato quello di associazione mafiosa, è più difficile fare intercettazioni ambientali e non esiste il concetto di misure di prevenzione».

Molti latitanti di 'ndrangheta sono stati presi in Spagna, Olanda, Germania: «La Spagna è lo stato preferito per lo stoccaggio della cocaina, anche perché ospita colonie di colombiani. Il secondo paese è l'Olanda, per via del porto di Rotterdam. Molti altri erano in Belgio e in Germania». Così in questo quadro Duisburg non è una sorpresa, e «chi ha sparato aveva una copertura prima, durante e dopo l'agguato. Li c'è una struttura di quella famiglia solida e ben organizzata. Una cosa del genere non si improvvisa».