Berlusconi a Fini: Con impronte pagato prezzo, ora i regolamenti
Dopo il pranzo si allontana ruolo Fini da ambasciatore Pdl in Ue
ROMA - Un incontro «cordiale». Così gli staff di Gianfranco Fini e Silvio Berlusconi descrivono il pranzo che si è tenuto ieri a Montecitorio fra il Premier e il Presidente della Camera. Certo, le polemiche di ieri e la presa di posizione odierna dell'ex leader di An («Fino a quando la Costituzione è quella vigente non può essere delegato alcuno ad esprimere il voto per un altro parlamentare«) hanno fatto capolino nel faccia a faccia.
Berlusconi avrebbe rimarcato le difficoltà del nuovo sistema di voto 'anti-pianisti', sottolineando che la «modernizzazione» voluta dalla Camera comporta un «prezzo» da pagare in tempi di efficienza e rapidità nelle votazioni. «Quindi ti chiedo di spenderti per una modifica dei regolamenti parlamentari», avrebbe insistito il Presidente del Consiglio. Fini ha ascoltato, ha annuito e ha assicurato: «Io non mi tiro indietro».
E proprio a Fini, sembra, sarebbe stato affidato l'incarico di stimolare il confronto fra i poli per arrivare a una modifica del regolamenti, ricoprendo l'incarico di 'mediatore istituzionale. Ma il piatto forte del pranzo è stato il congresso. L'assise del Pdl, tre giorni in tutto, sarà aperta da Berlusconi, il secondo giorno parlerà Fini, poi chiuderà la mattina di domenica il Cavaliere.
Confermata l'intesa sui tre coordinatori, il 'triumvirato' che guiderà il Popolo delle libertà. Fini avrebbe insistito sulla necessità che non esista un primus inter pares fra i tre coordinatori, ricordando l'accordo raggiunto alcune settimane fa. Ancora stallo, invece, sui coordinatori regionali: la questione è stata delegata ai periodici incontri fra La Russa e Verdini. Anche il ruolo di Fini è stato argomento di confronto. Il Presidente della Camera, raccontano, avrebbe declinato l'invito a ricoprire l'incarico di 'ambasciatore del Pdl in Europa'.
Berlusconi e Fini avrebbero poi concordato sulla necessità di sveltire l'iter legislativo e ridurre il numero dei parlamentari. E sul capitolo Rai, i due avrebbero preso atto della necessità di attendere una nuova proposta del Pd. Insomma, la cordialità dell'incontro non sarebbe stata turbata troppo dal nuovo affondo finiano, pronunciato stamane in Aula a Montecitorio: «Fino a quando la Costituzione è quella vigente non può essere delegato alcuno ad esprimere il voto per un altro parlamentare: questa è la Costituzione. Ogni parlamentare - aveva scandito Fini - deve votare per se stesso».