12 ottobre 2025
Aggiornato 15:30

Balene, appello della LAV all’IWC

«Necessaria moratoria della caccia, senza eccezioni, e istituzione di santuari marini»

La LAV rivolge un appello ai membri dell’IWC - la Commissione Baleniera Internazionale, la cui 61° riunione annuale è in corso in questi giorni presso la sede della FAO, a Roma – affinché prendano atto dell’assoluta necessità di garantire la massima protezione ai grandi cetacei, sostenendo la moratoria della caccia senza riserve e senza eccezioni, e decidano finalmente a favore dell’istituzione di «santuari» marini, chiesti ormai da molti anni.

La LAV ricorda che, a seguito dell’aggiornamento della lista rossa delle specie animali a rischio d’estinzione, da parte dell’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura, risulta già gravemente minacciata una specie su quattro di cetacei, fra cui molte popolazioni di balene.

Nel 1986 fu decisa una moratoria internazionale sulla caccia alla balena a fini commerciali, purtroppo non tutti i membri dell’IWC sottoscrissero questa moratoria e inoltre, in virtù di permessi speciali rilasciati, il numero di balene uccise con pretestuose ragioni scientifiche, è risultato in costante aumento.

Il Parlamento Europeo ha recentemente espresso viva preoccupazione sull’argomento e, con Risoluzione approvata il 19 febbraio scorso, ha auspicato il mantenimento della moratoria sulla caccia a fini commerciali e l’eliminazione della caccia per ragioni scientifiche. Inoltre, in considerazione del fatto che i cetacei risultano minacciati non solo dalla caccia ama anche dai cambiamenti climatici, dall’inquinamento, dalle reti da pesca e dai sonar, il Parlamento ha chiesto la creazione di un maggior numero di zone marine protette, a livello mondiale, in cui le balene siano oggetto di protezione speciale.

Paesi come il Giappone continuano a esercitare forti pressioni sui Paesi in via di sviluppo affinché votino a favore della caccia alle balene, sebbene per il Governo giapponese ormai la questione stia diventando di estrema criticità perché, se da una parte in Giappone il consumo di carne di balena è ai minimi storici con 4.000 tonnellate di carne ammassate nei frigoriferi, dall’altro permette una notevole circolazione di denaro; infatti, il cosiddetto Istituto di Ricerca sui Cetacei, formato da numerosi ex dipendenti del Ministero della Pesca giapponese, spende la maggior parte degli oltre 50 milioni di dollari erogati ogni anno dal Ministero per finanziare la caccia alle balene.

«Non è possibile rimanere a guardare come l’interesse commerciale di pochi rischi di spazzare via queste specie meravigliose di mammiferi, gigantesche a vedersi ma totalmente indifese davanti alle crudeli tecniche di caccia messe in atto dall’uomo», dichiara Nadia Masutti, responsabile LAV settore Esotici, Circhi e Zoo.