25 aprile 2024
Aggiornato 23:30

Roma città dei divieti, è il turno dei percorsi dei cortei

Polemica sulle discoteche, Confcommercio: «No a regole vessatorie»

ROMA - Prosegue la lunga marcia del Campidoglio sulla strada dei divieti. Dopo l'ordinanza anti-vetro, quella anti-cornetti, quella anti-prostituzione, la intensificazione della lotta agli ambulanti abusivi (già colpiti l'estate scorsa anche dall'ordinanza anti-borsoni, un periodo in cui tra l'altro il Campidoglio decise che era vietato persino mangiare la pizza accanto ai monumenti storici), arriva ora il percorso «obbligatorio» per le manifestazioni.

E intanto si fa strada già una nuova polemica, quella sulle nuove restrittive regole per le discoteche. Ieri in prefettura, enti locali, partiti politici e sindacati hanno siglato un protocollo di intesa secondo il quale, d'ora in poi, i tragitti consentiti ai cortei saranno solo sei. «Siamo di fronte - ha commentato il sindaco Gianni Alemanno - a una svolta molto importante per la vita cittadina. Finalmente - ha spiegato - c'è un disciplinare che permette di rendere compatibili le manifestazioni democratiche con la vivibilità cittadina. Era molto atteso dai romani, ora l'impegno di tutti è di essere estremamente rigidi, evitando deroghe e indulgenze».

I percorsi previsti dal protocollo sono questi: da piazza della Repubblica a piazza di Porta San Giovanni; da piazzale dei Partigiani a piazza di Porta San Giovanni; da piazza Bocca della verità a piazza Navona; da piazza Bocca della verità a via di San Gregorio; da piazzale dei Partigiani a via di San Gregorio e da piazza della Repubblica a piazza del Popolo. A firmare l'intesa sono stati, oltre Regione Lazio, Comune e Provincia di Roma anche Cgil, Cisl, Uil e Ugl. Numerosi i partiti: Pdl, Pd, Lega, Udc, La Destra, Italia dei valori, Verdi, Pdci, Rifondazione comunista, Sd e Udeur.

Il problema è che, per quanto numerosi, i partiti e i sindacati che hanno aderito non rappresentano tutti. Come ci si regolerà con le manifestazioni degli studenti, o dei sindacati di base, che non hanno aderito? Su questo punto Alemanno ha le idee molto chiare: «Chi ha firmato il protocollo - ha detto - costituisce, fra sindacati e partiti, il 95% della rappresentanza. Anche chi è fuori da questo protocollo si deve adeguare a queste norme». Una soluzione che non mancherà di scatenare polemiche al primo corteo studentesco. Il protocollo, infatti, rappresenta un accordo tra le parti e, dal punto di vista giuridico, chi non lo firma non è in alcun modo vincolato alle sue regole. Per quadrare il cerchio il prefetto, Giuseppe Pecoraro, ha annunciato una direttiva, che raccoglierà anche le recenti indicazioni del ministero dell'Interno sul tema. Pecoraro non ha precisato esattamente cosa conterrà il provvedimento ma, ha fatto capire, permetterà al questore di intervenire nei confronti di quelle organizzazioni politiche o sindacali che decidano di manifestare fuori dai percorsi autorizzati.