3 ottobre 2025
Aggiornato 10:00

Cassazione: Giudice «lento» causa scarcerazioni: merita rimozione

Su caso giudice Edy Pinatto: 8 anni per depositare motivazioni

ROMA - Un magistrato che impiega 8 anni per scrivere una sentenza merita la rimozione dall'ordine giudiziario. Soprattutto quando il ritardo provoca la scarcerazione degli imputati. Questa la conclusione del sostituto procuratore generale della Cassazione all'udienza sul caso di Edy Pinatto, il giudice che ha impiegato 8 anni per depositare le motivazioni di una sentenza sulla criminalità organizzata di Gela, in Calabria, provocando la scarcerazione degli imputati per decorrenza dei termini di custodia cautelare fissati dalla legge per ciascuna «fase» del giudizio.

Il sostituto Pg, Marco Pivetti, ha chiesto oggi ai giudici delle sezioni unite civili, di confermare così la decisione disciplinare adottata il 7 luglio dello scorso anno dal Consiglio superiore della magistratura. La sentenza giunta a marzo 2008 con 2830 giorni di ritardo oltre i 90 stabiliti dal codice, riguardava il cosiddetto processo «Grande Oriente», nei confronti di otto esponenti del clan Madonia, arrestati nel 1998 e condannati a pene compresa tra i 7 e i 24 anni di reclusione.

La sentenza era poi stata confermata in appello nel novembre 2008, dopo appena 7 mesi dalla condanna «lumaca» di primo grado. Prima della sanzione della rimozione dall'ordine giudiziario, il Csm aveva rimosso il magistrato per «grave negligenza», trasferendolo a Milano. Intanto, a giugno 2008, sempre con riferimento al ritardo nel deposito della sentenza, il giudice Pinatto era stato anche condannato a 8 mesi di reclusione dal Gup di Catania per omissione di atti d'ufficio. Nelle prossime settimane le sezioni unite civili della Cassazione decideranno se confermare la sanzione della rimozione inflitta dal Csm.