20 aprile 2024
Aggiornato 12:00

RAI: Gip archivia denuncia Pannella su commissione vigilanza

Accolte richieste Procura. Radicali: ricorso in Cassazione

ROMA - Il gip del tribunale di Roma, Pierfrancesco De Angelis, ha archiviato il procedimento nato dalla denuncia presentata dal leader dei Radicali, Marco Pannella, rispetto allo stallo in cui si trovava la commissione Parlamentare di Vigilanza dei servizi radiotelevisivi, a causa delle assenze dei parlamentari in opposizione a Riccardo Villari. Il giudice ha accolto le richieste della Procura, che aveva chiesto di chiudere il caso perché non riteneva che ricorressero i presupposti di alcun reato penale.

Secondo l'esposto i lavori dell'organismo parlamentare venivano «preordinatamene disertati dai commissari (Beltrandi e Sardelli esclusi) al fine di costringere il presidente regolarmente eletto (Riccardo Villari, ndr) a dimettersi».

Il giudice, ritenendo valido il ragionamento del pm Angelantonio Racanelli e del procuratore capo Giovanni Ferrara, ha spiegato che è prerogativa dei parlamentari agire come Costituzione garantisce con l'articolo 68, rispetto alla partecipazione in una Commissione. I Radicali, le associazioni di utenti, i gruppi, che avevano fatto denuncia ipotizzando una interruzione di pubblico servizio, faranno adesso ricorso in Cassazione. Secondo quanto spiegato dall'avvocato Giuseppe Rossodivita, presidente del Centro Calamandrei, alla Suprema corte verrà chiesto in particolare di riconoscere come parti offese gli autori della denuncia. Già l'ufficio dell'accusa non aveva riconosciuto questo ruolo. Anche per questo il gip non ha fissato camera di consiglio e deciso di archiviare senza convocare le parti.

L'avvocato Rossodivita, in occasione della richiesta di archiviazione, aveva puntualizzato: «Continuiamo a ritenere sbagliato considerare i comportamenti dei membri della commissione di vigilanza come disciplinati per intero dai regolamenti parlamentari. Gli obblighi dei componenti della commissione di vigilanza nascono direttamente da una legge ordinaria ed incidono direttamente e per intero su diritti di terzi estranei al Parlamento. Si tratta di due condizioni che per la consulta, nella sentenza dei cosiddetti pianisti, obbligano l'autorità giudiziaria ordinaria ad intervenire, in presenza dell'obbligatorietà dell'azione penale. Non ci possono mai essere invasioni di campo nell'affermazione dello Stato di diritto».