8 maggio 2024
Aggiornato 22:30
ISS - Università di Firenze: brevetto congiunto

Nuovo farmaco contro le candidosi farmacoresistenti

Brevettati, grazie ad una ricerca congiunta tra l'’ISS e l’'Università di Firenze, nuovi farmaci per il trattamento delle infezioni fungine da al fu Candida albicans

Sono stati brevettati, grazie ad una ricerca congiunta tra l’Istituto Superiore di Sanità e l’Università degli Studi di Firenze, nuovi composti per il trattamento delle infezioni dovute al fungo Candida albicans, che si mostrano resistenti ai farmaci antifungini. La ricerca, svolta in collaborazione fra il gruppo del Prof. Antonio Guarna, Direttore del Dipartimento di Chimica organica «Ugo Schiff» dell’Università di Firenze e quello del Prof. Antonio Cassone, Direttore del Dipartimento di Malattie Infettive, Parassitarie ed Immunomediate dell’ISS, ha permesso la progettazione, la sintesi e la valutazione dell’attività di alcune molecole peptidomimetiche capaci di inibire l’ aspartil-proteasi (Secreted Aspartyl Protease2 - SAP2), ovvero l’enzima responsabile dell’attività patologica di Candida.

«Il nostro obiettivo - ha dichiarato il Prof. Cassone - è quello di sviluppare un farmaco che possa funzionare nel trattamento delle candidosi di soggetti immunodepressi, come quelli affetti da AIDS o da patologie tumorali, in cui l’esito di queste infezioni può essere anche letale. Al riguardo, abbiamo monitorato circa 200 composti peptidomimetici per cui era già stato depositato nel 2001 un brevetto dagli stessi ricercatori del Dipartimento di chimica organica dell’Università di Firenze, e abbiamo quindi valutato alcuni composti progettati opportunamente come inibitori dell’enzima SAP2».

Particolarmente significativi i test sia in vitro sull’enzima isolato, che in vivo sul ratto in cui era stata indotta un’infezione da Candida albicans resistente ai farmaci antibatterici comunemente usati in terapia medica. I test hanno mostrato un’ottima risposta e una regressione della patologia, suggerendo quindi un’applicazione soprattutto nei casi di farmaco-resistenza nei soggetti affetti da AIDS e tumori.

«Il nostro studio è importante anche per un altro motivo - dichiara il Prof. Guarna - perché dimostra la dinamicità della ricerca italiana, in quanto rientra nell’ambito delle collaborazioni realizzate negli ultimi anni fra l’Istituto Superiore di Sanità e il Dipartimento di Chimica organica che hanno portato all’attivazione di tre progetti finanziati su fondi MIUR e Ministero della Salute e di due posti di Ricercatore a Tempo Determinato, uno dei quali ha permesso al dott. Andrea Trabocchi, co-autore della ricerca, di ottenere importanti risultati che hanno determinato il deposito del brevetto[7quote].

Candida albicans, un fungo killer
Le forme invasive di candidosi e la candidemia sono infezioni causate da Candida, in grado di invadere vari organi e la circolazione sanguigna. Candida è al quarto posto nella classifica delle cause più diffuse delle infezioni ospedaliere in Italia, e la più diffusa fra le cause fungine. Le forme invasive delle infezioni da Candida sono più diffuse fra i pazienti immunocompromessi, come quelli affette da cancro, da immunodeficienze (AIDS), quelli che hanno subito trapianti o gli ustionati. Tali infezioni sono associati con un tasso elevato di mortalità in questi pazienti in condizioni critiche. Circa l’80% degli HIV-positivi (prima dell’introduzione in terapia degli inibitori delle HIV-proteasi) è affetto da candidosi orale, la quale può contribuire significativamente e pesantemente nell’aggravare il quadro clinico di questi pazienti, ad esempio, nel caso in cui l’infezione si estenda dalla bocca all’esofago (esofagite da Candida). Nei casi più gravi, le complicazioni possono riguardare ascessi polmonari, endocarditi, meningiti, endoftalmiti, ascessi cerebrali, artriti e, non ultimo, la candidosi disseminata, con un tasso di mortalità che può raggiungere il 50% anche con antibiotico-terapia efficace.