29 aprile 2024
Aggiornato 13:00

Droga, Cassazione: nuove leggi meno severe delle precedenti

Questa la conseguenza della legge Giovanardi-Fini (la numero 49 del 2006) che non fa più differenza tra detenzione di droghe pesanti e droghe leggere

ROMA - La legge antidroga approvata nel 2006 prevede pene meno severe rispetto alle norme precedenti. Secondo la Cassazione è questa, di fatto, la conseguenza della legge Giovanardi-Fini (la numero 49 del 2006) che non fa più differenza tra detenzione di droghe pesanti e droghe leggere. Un paradosso giuridico evidenziato dai giudici della sesta sezione penale della Corte che hanno perciò annullato con rinvio la condanna a 4 anni di carcere per uno spacciatore arrestato con alcune dosi di cocaina, hashish e metadone.

La decisione della Cassazione «corregge» la sentenza della Corte d'appello di Bari che aveva invece inflitto, a parere della Suprema Corte, una pena troppo alta calcolata sulla sanzione più grave prevista per la detenzione di cocaina, aumentata in percentuale perché oltre alla coca erano stati ritrovati anche hashish e metadone, le cosiddette «droghe leggere».

Un aumento di pena che in gergo tecnico si chiama «continuazione« e che consente di aggravare la condanna inflitta per il reato più grave «aggiungendo» una quota della sanzione prevista per l'accusa meno grave. Ed è proprio su questo punto, evidenzia la Cassazione, che la legge Giovanardi-Fini è intervenuta. Unificare sotto una sola pena la detenzione delle droghe pesanti e quella delle droghe leggere vuol dire rinunciare all'aumento previsto in caso di «continuazione» quando lo spacciatore viene sorpreso con un «mix» tra i diversi tipi di stupefacente.

La nuova legge finisce perciò per introdurre «un trattamento sanzionatorio più favorevole rispetto al passato - scrivono i giudici - abrogando la distinzione tabellare fra droghe leggere e droghe pesanti». In sostanza è cambiata, in meglio, la situazione «per chi detiene illegalmente sostanze stupefacenti di tipo e natura diversi». La Corte d'appello di Bari dovrà quindi rideterminare, riducendola, la pena.