14 ottobre 2025
Aggiornato 18:00
Attentato a Il Cairo

Egitto, ancora in corso le ricerche degli attentatori

Condanna anche dai sunniti

Potrebbe esserci una svolta nelle indagini sull'attentato a Il Cairo costato la vita a una diciassettenne francese: la polizia egiziana ha dichiarato di aver arrestato tre uomini sospettati di essere coinvolti nell'attacco avvenuto ieri domenica 22 febbraio suk di Khan el-Khalili nel cuore della capitale egiziana.
«Tre uomini sono stati arrestati vicino al luogo dell'attacco e sono considerati sospetti. Altri vengono interrogati in qualità di testimoni», ha detto una fonte della polizia senza fornire ulteriori particolari.

Sono stati invece rimessi in libertà i tre sospetti arrestati dalla polizia egiziana subito dopo l'attentato dinamitardo: si trattava di un uomo dalla folta barba e di due donne che indossavano il ‘niqab’, il lungo velo tradizionale islamico che riveste interamente il corpo da capo a piedi, lasciando scoperti soltanto gli occhi; stando a una prima ricostruzione, a quanto pare poi superata dagli eventi, i tre avrebbero cercato di nascondersi in un bar, mescolandosi ai clienti: erano però stati bloccati 'sul posto' immediatamente dopo l’esplosione, nel locale che si trova su una piazza adiacente allo storico suq. Nel frattempo proseguono comunque gli interrogatori dei numerosi testimoni oculari.

La ragazza uccisa faceva di un gruppo di 54 studenti originari del circondario di Parigi, che sarebbero dovuti rientrare in patria oggi stesso. Altri diciassette di loro hanno invece riportato ferite di varia entità, e uno versa attualmente in gravi condizioni. Lesioni anche per quattro cittadini egiziani, tre sauditi e per un tedesco di 37 anni.

Ancora non completamente ricostruita la dinamica dell’attacco dinamitardo: stando tuttavia a testimoni oculari, sarebbero stati due gli ordigni rudimentali, caricati con chiodi e bulloni per aumentarne l’efficacia micidiale, scagliati in una affollata viuzza sottostante dalla sommità del tetto di un palazzo, o forse da una finestra di un albergo; uno è rimasto inesploso, l’altro è scoppiato scagliando schegge a mitraglia tutto intorno.

Tale versione è stata avallata anche da fonti diplomatiche occidentali, che hanno partecipato direttamente alle operazioni di soccorso: ma ne esiste una seconda, stando alla quale un’unica bomba sarebbe invece stata piazzata sotto a una bancarella, oppure accanto a una delle sedie a un tavolino collocato all’esterno di uno dei tanti locali della zona.

Nella zona, che di estende intorno alla storica Moschea di Hussein, in mattinata avevano peraltro riaperto i battenti ristoranti, caffè e botteghe. È stato il primo episodio di terrorismo contro stranieri occorso nella capitale dell’Egitto dall’aprile 2005, sempre a Khan el-Khalili.

Lo sceicco Mohammed Sayyed al-Tantawi, imam della storica Università cairota 'al-Azhar' e maggiore autorità religiosa del mondo sunnita, ha condannato senza mezzi termini l'attacco dinamitardo: «Coloro che hanno perpetrato un simile atto criminoso sono traditori della loro stessa confessione e della loro Nazione, e deturpano l'immagine dell'Islam, che rifiuta il terrorismo e vieta l'uccisione di innocenti», ha proclamato lo sceicco.