14 ottobre 2025
Aggiornato 18:00
Sondaggio ISPO

La sinistra che delude gli italiani

Il Pd è in calo in una forbice che va dal 22 al 25%, registrando 10 punti in meno rispetto alle elezioni politiche

L’elezione di Dario Franceschini a Segretario del Partito democratico, da parte di un’Assemblea ridotta alla metà, costituisce l’oggetto principale dei sondaggi degli ultimi giorni. Il Corriere della Sera si sofferma su quello condotto dall’Ispo di Renato Mannheimer.
La prima questione verte sul giudizio nei confronti della linea politica fin qui condotta dall’opposizione. Tra tutti gli intervistati, solo il 10% esprime un parere positivo contro l’82% che la giudica in modo negativo.

Il dato cambia poco se vengono prese in considerazione le opinioni degli elettori del Pd: i giudizi positivi sono pari al 27% contro i giudizi negativi che raggiungono il 70%. Evidentemente la valutazione, in entrambi i casi, riguarda il passato, cioè la gestione Veltroni. Ma sul futuro Francecshini non può stare molto allegro. A questo si riferisce la seconda questione, che riguarda la fiducia nel Pd da parte di chi lo ha votato lo scorso aprile. Solo il 13% esprime «molta fiducia», cui si aggiunge il 58% di chi dichiara «abbastanza fiducia».

Si tratta di una base pari al 70%, che conferma altri sondaggi degli ultimi giorni sulle intenzioni di voto: il Pd è in calo in una forbice che va dal 22 al 25%, registrando 10 punti in meno rispetto alle elezioni politiche.

La questione è di sapere dove va questa dissidenza. Una parte, senza dubbio, si è diretta verso l’Idv e una minore verso i partiti dell’ex Sinistra Arcobaleno, che potrebbe attrarre qualche altro voto se si presentasse unita alle prossime elezioni europee.
Ciò significa, tuttavia, che la dissidenza «centrista», cioè della ex Margherita, nonostante l’agitarsi di Rutelli, Letta e altri, è più forte a livello di vertici che di base. L’invito perentorio di Franceschini a evitare di manifestare le proprie posizioni con interviste ai giornali e nelle trasmissioni televisive tende proprio a questo: limitare le esternazioni degli scontenti, ridurre le prospettive di scissioni.