19 aprile 2024
Aggiornato 02:00
Politiche per la sicurezza

Sicurezza fai da te, il governo approva le «ronde»

Minniti: «Da maggioranza gravi strappi di carattere politico istituzionale». Finocchiaro: «Basta con bugie e fumo negli occhi»

Ad un governo che non sa proteggere i cittadini non rimane che lasciare che si proteggano da soli. Un ragionamento grezzo e indegno di un Paese evoluto, eppure divenuto realtà nell'ultima prodezza del governo Berlusconi: il decreto sicurezza.
Nell'incerdulità generale, il consiglio dei Ministri ha dato la sua approvazione alle «ronde». Comuni cittadini scenderanno quindi nelle strade a fare giustizia, anzi a farsi giustizia, sostituendosi allo Stato. L'esecutivo adduce una debole giustificazione: i volontari-giustizieri non saranno armati. A questo punto la domanda sorge spontanea: come faranno allora a garantire la sicurezza nelle città? Oltre a non risolvere il problema degli stupri e della violenza, non si rischia di mettere a repentaglio l'incolumità dei volontari stessi?

Ma non è tutto. Nel decreto compare anche una norma che allunga il periodo in cui gli immigrati clandestini possono essere trattenuti nei centri di identificazione: non più due, ma sei mesi. Ignorando, quindi, ancora una volta, la voce dei diretti interessati. Uno fra tutti, Lampedusa, ridotta ad un ammasso di uomini e donne, trasformata nella negazione dei diritti umani.

E risulta ormai superfluo ogni commento sull'uso della decretazione d'urgenza. Il Parlamento viene esautorato ancora una volta perchè «troppo lento» secondo il presidente del Consiglio. Una necessaria tempestività che fa a pugni con le affermazioni del cavaliere, che poco dopo afferma: «Il governo può utilizzare la decretazione di urgenza a seguito del clamore suscitato dai recenti episodi. Voglio dire che rispetto al 2006-2007 i casi di stupro sono diminuiti del 10%». Roma compresa». Peccato che, a parte lui, non se ne sia accorto nessuno.

Immediate le reazioni all'interno del Partito Democratico. Marina Sereni, vicepresidente dei deputati del PD, evidenzia come questo sia «lo stesso esecutivo che ha tagliato 3.5 miliardi alle forze dell'ordine. Servono integrazione, prevenzione, finanziamenti. Per dare sicurezza ai cittadini non bastano provvedimenti spot che,
soltanto dal titolo, sembrano poter risolvere i problemi».

D'accordo Donatella Ferranti, che dice: «La verità è che i provvedimenti del governo sono contraddittori e depotenziano le 'armi' delle forze dell'ordine e delle amministrazioni locali per contrastare la criminalità. Il Governo e' incoerente e contradditorio: oggi Maroni
annuncia un potenziamento della videosorveglianza urbana,
dimenticandosi che nel ddl intercettazioni il ministro Alfano ha introdotto una norma che equipara le riprese visive e audio visive alle intercettazioni telefoniche per cui tutto cio' che sara' videoripreso senza l'autorizzazione preventiva del tribunale collegiale sara' inutilizzabile ai fini processuali. E per avere l'autorizzazione si dovra' essere in presenza di 'gravi indizi di colpevolezza', gli stessi che giustificherebbero l'arresto. Insomma, una norma irragionevole, agli antipodi con gli annunci propagandistici del Governo di battaglie per la sicurezza e contro la criminalita'. Grazie all'operato del governo i criminali non avranno
piu' timore di essere videoripresi perche' sapranno di poter trovare cavilli legali da usare in tribunale»

Marco Minniti, ministro degli Interni nel Governo Ombra del PD, rileva «due gravi strappi di carattere
politico istituzionale. Il prolungamento per decreto della detenzione nei Cie rappresenta un esplicito schiaffo al Parlamento che aveva già bocciato, con un voto che coinvolgeva settori della stessa maggioranza, un provvedimento del governo che andava in questa direzione. Con una norma confusa, poi, sulle cosiddette `rondè, si è aperto un percorso che mette in discussione il monopolio della sicurezza da parte dello Stato e, quindi, delle
forze di polizia. Non c`entra nulla la `sicurezza partecipatà, il rischio è che per meri calcoli di partito si metta in moto un meccanismo difficilmente governabile che può colpire al cuore il sistema sicurezza nel nostro Paese. Abbiamo manifestato in questi giorni una chiara disponibilità che ha portato all`assunzione nel testo del governo di misure da noi esplicitamente richieste, in particolare per quanto riguarda la violenza contro le donne, che dopo sottovalutazioni e ritardi viene finalmente assunta come una grande emergenza del Paese. Avevamo chiesto, inoltre, un piano straordinario per il controllo del territorio: più risorse, uomini e mezzi per le forze di polizia. Qualcosa è incominciato a muoversi, ma non viene tuttavia nemmeno lontanamente colmata
l`ampiezza dei tagli attuati in questi mesi e che minacciano, come da più parti segnalato, la stessa efficienza operativa dei corpi di polizia. Le stesse nuove assunzioni, per i tempi annunciati, sembrano a prima vista riferirsi a quelle già decise dal precedente governo».

Neanche Giovanna Melandri, ministro Ombra delle comunicazioni, sposa la visione del governo: «L’approvazione in Consiglio dei Ministri del Decreto Legge contro la violenza sulle donne rappresenta l’ennesimo provvedimento propagandistico del Governo. Si preferisce agire, ancora una volta, sull’onda emotiva, come
ha ammesso lo stesso Presidente del Consiglio, piuttosto che individuare soluzioni serie ai problemi, come PD, ad esempio, avevamo chiesto che fosse approntato un piano straordinario per il controllo del territorio con più
risorse per le forze dell'ordine. Il dramma della violenza sulle donne viene preso a pretesto dalla maggioranza per introdurre nel nostro ordinamento misure assai criticabili».

Anna Finocchiaro, capogruppo PD alla Camera, dichiara: «Sanno gli italiani che le Forze di Polizia, prima delle misure annunciate oggi, si sono viste tagliare le risorse - mezzi e uomini - per contrastare la criminalità e tutelare la sicurezza dei cittadini? Perché non dire ai cittadini che minacciare la custodia cautelare in carcere, che è sempre provvisoria, è fumo negli occhi se non si assicurano sentenze definitive in tempi certi e dunque certezza delle pena? «Siamo di fronte a un altro degli spot del governo Berlusconi, l'ennesimo in materia di sicurezza e di giustizia. Basta con le bugie. Questo decreto mette insieme un po' di misure già approvate dal Parlamento con altre che invece il Parlamento ha bocciato, con un evidente strappo istituzionale: mi riferisco alle ronde della giustizia 'fai da te', allo stalking che noi avevamo già proposto 6 mesi fa, alle misure contro gli immigrati come il prolungamento della permanenza nei Cie che il Senato aveva già cancellato. Tutta questa confusione di provvedimenti per convincere i cittadini italiani che saranno più sicuri». Per la Finocchiaro è necessario «un massiccio investimento sulle Forze dell'Ordine, un intervento sulla giustizia che assicuri tempi più celeri e dunque certi, politiche di integrazione degli immigrati come forma di prevenzione, un piano di prevenzione antiviolenza per le donne».

Anche il Vaticano boccia l'operato del governo. Per la Santa Sede le ronde costituiscono «un'abdicazione dello Stato di diritto». Mons. Marchetto afferma che la
repressione dei reati «spetta alle autorita' costituite» e la partecipazione di ex appartenenti alle forze dell'ordine
all'iniziativa serve «a far passare una norma che aveva gia' sollevato critiche, anche da parte del Capo dello Stato». Il rischio, conclude, e' che queste forme di «volontariato» finiscano con «l'alimentare un clima di criminalizzazione dei migranti»

Iv.Gia